Libri della Bibbia: Salmi

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Titolo

Nel testo ebraico la raccolta completa dei Salmi è intitolata “Lodi”.

In seguito i rabbini vi si riferirono spesso come al “Libro delle lodi”.

La LXX lo intitola “Salmi” (cfr. il “libro dei Salmi” nel N.T.: Lu 20: 42; At 1:20).

Il verbo greco da cui deriva il sostantivo “salmo” indica fondamentalmente un “pizzicare e vibrare di corde”, un’implicita associazione a un accompagnamento musicale.

Il libro dei Salmi costituiva l’antico “innario”, ispirato da Dio (2 Ti 3:16), nel quale si stabilivano lo spirito e i contenuti più appropriati per l’adorazione.

Sono 116 i salmi che recano un’intestazione, o “titolo”.

Il titolo costituisce parte integrante del primo versetto del rispettivo salmo.

Da un esame individuale dei titoli, studiati come fenomeno generale, emergono dati rilevanti a favore dell’annessione al rispettivo salmo in tempi immediatamente successivi alla stesura, a testimonianza dell’attendibilità delle informazioni ivi contenute (cfr. Lu 20:42).

Il titolo trasmette informazioni varie circa:

  • l’autore;
  • la dedica;
  • la circostanza storica;
  • l’incarico cerimoniale al direttore della lode;
  • le istruzioni inerenti alla liturgia (p. es. tipo di cantico, genere d’accompagnamento musicale, scelta della melodia).

Nel titolo sono inoltre contenute alcune direttive di carattere tecnico, ma dal significato incerto, a causa della loro vetustà.

In gran parte dei titoli dei Salmi una piccola preposizione ebr. indica i diversi tipi di relazione, p. es.: “di”, “a”, “per”, “su”, “a proposito”, “quando”.

Talvolta essa compare ripetutamente, anche nelle intestazioni brevi, solitamente per indicare un salmo “di” o “scritto da” una tal persona, “a” o “per” una talaltra persona.

Tuttavia, questa piccola preposizione indica più frequentemente l’autore del salmo, sia esso “di” Davide, il raffinato salmista d’Israele, oppure di Mosè, di Salomone, di Asaf o dei figli di Core.

Autore e data

Considerato nella prospettiva divina, l’autore indicato nel Salterio (“libro dei Salmi”) è Dio stesso; dal punto di vista umano, invece, se ne possono individuare più di sette.

Il re Davide compose almeno 73 dei 150 salmi; ai figli di Core ne sono attribuiti 10 (Sl 42; 44–49; 84–85; 87); il contributo di Asaf è di 12 (Sl 50; 73–83).

Fra i redattori si contano inoltre: Salomone (Sl 72; 127), Mosè (Sl 90), Eman (Sl 88) ed Etan (Sl 89).

I rimanenti 50 salmi rimangono anonimi, quantunque alcuni siano attribuiti a Esdra. L’intervallo di composizione dei Salmi dal tempo di Mosè (Sl 90) fino al periodo successivo all’esilio (Sl 126), ossia compreso tra il 1410 a.C. e il periodo a cavallo dei secoli VI e V a.C., abbraccia circa 900 anni di storia ebraica.

Contesto e ambiente dei Salmi

Il libro dei Salmi si presenta in un duplice contesto:

  1. le opere di Dio nella creazione e nella storia;
  2. la storia di Israele.

Dal punto di vista storico, i Salmi coprono un periodo che parte dalle origini della vita e termina con il giubilo per il ritorno degli Ebrei dall’esilio babilonese, esaurendo altresì una vasta gamma di tematiche differenti, dall’adorazione celeste ai conflitti umani.

La raccolta dei Salmi costituisce il libro più esteso della Bibbia ed è altresì il libro dell’A.T. più frequentemente citato nel Nuovo Testamento.

Il Sl 117 ne costituisce il capitolo centrale (su 1.189), laddove il Sl 119 ne rappresenta quello più lungo.

Attraverso i secoli, i Salmi hanno conservato il loro scopo precipuo: quello di generare la lode e l’adorazione che si convengono a Dio.

Temi storici e teologici

Il tema principale dei Salmi verte sulla vita pratica in un mondo concreto, fisico, in cui agiscono simultaneamente due dimensioni:

  1. una realtà orizzontale, o temporale;
  2. una realtà trascendente, o verticale.

Pur riconoscendo le sofferenze che la dimensione terrena comporta, il popolo di Dio è chiamato a vivere un’esistenza gioiosa, confidando nella Persona e nelle promesse che si trovano oltre la dimensione celeste ed eterna.

Ogni esperienza, dalle difficoltà ai trionfi , offre uno spunto per un’espressione di lamento, di fiducia, di preghiera o di lode al Signore, sovrano d’Israele.

Il libro dei Salmi offre pertanto una vasta gamma di spunti teologici, opportunamente calati nella realtà quotidiana.

La corruzione dell’uomo vi è concretamente documentata, non solamente mediante i modelli comportamentali dei malvagi, bensì anche dalle periodiche débâcles dei credenti stessi.

La sovranità di Dio vi è professata ovunque e diffusamente, ma non a scapito dell’effettiva responsabilità umana.

La vita pare spesso sfuggire a ogni controllo; nondimeno, alla luce della divina provvidenza, l’avvicendarsi di eventi e circostanze si rivela provvido e tempestivo, in accordo con la “tabella di marcia” di Dio.

Visioni rassicuranti di un “giorno di Dio” prossimo venturo corroborano il richiamo alla perseveranza estrema.

Questo libro di lode si rivela un trattato di teologia assai pratico.

La relazione che spesso s’instaurava tra il singolo (il salmista) e la “moltitudine” (il popolo teocratico) costituisce un fenomeno comunemente frainteso dei Salmi, riscontrabile soprattutto in quelli scritti dal re Davide.

Di fatto sussisteva un rapporto inscindibile tra il governante-mediatore e il popolo: tale la vita del re, tale la vita del suo popolo.

Inoltre, nei salmi messianici (o in brani messianici di certi salmi) un’associazione di questo tipo era talora volta a legittimare un legame del salmista con Cristo.

I cosiddetti “salmi imprecativi” (maledicenti) possono essere meglio compresi in tale ottica: quale rappresentante/mediatore di Dio in terra, Davide invocava il giudizio divino sui propri nemici, giacché costoro non recavano offesa solamente a lui, bensì principalmente al popolo di Dio.

In definitiva, essi avevano osato sfidare il Re dei re, il Dio d’Israele.

Sfide interpretative

È utile saper riconoscere certi generi o modelli letterari ricorrenti nel Salterio.

Alcuni tra i più evidenti sono:

  1. lo stile sapienziale, recante istruzioni per una vita retta;
  2. lamentazioni nelle afflizioni della vita (solitamente cagionate da nemici esterni);
  3. salmi penitenziali (attinenti ai nemici interiori, quali p. es. il peccato);
  4. salmi regali (universali o d’intercessione; regno teocratico e/o messianico);
  5. salmi di riconoscenza.

Mediante accostamenti di stile e di contenuto, l’identificazione dei generi che di volta in volta si presentano, ne risulterà agevolata.

La caratteristica letteraria che per definizione accomuna i Salmi è quella della poesia. Contrariamente all’accezione consueta di “poesia” (componimento letterario basato su rime e metrica), la poesia ebraica è caratterizzata essenzialmente da parallelismi logici.

I principali tipi di parallelismo si distinguono in:

  1. sinonimi (il pensiero espresso nel primo verso è ribadito nel verso successivo mediante concetti similari, p. es. 2:1);
  2. antitetici (il pensiero espresso nel secondo verso è in contrapposizione a quello espresso nel verso precedente, p. es. 1:6);
  3. per gradazione ascendente (il secondo verso e gli eventuali versi successivi raccolgono un termine, frase o concetto critico, da far proseguire gradualmente, in successione, p. es. 29:1-2);
  4. chiastici o introversi, i cui elementi logici sono sviluppati in sequenza A B B A, p. es. 1:2).

Su più vasta scala, i vv. di alcuni salmi sono disposti in ordine alfabetico, oppure in modo tale da formare un acrostico.

I Salmi 9–10; 25; 34; 37; 111–112; 119 e 145 sono facilmente riconoscibili come acrostici, completi o incompleti.

Nel testo ebr. il primo vocabolo di ciascun verso, o sezione, inizia con una consonante differente e procede in ordine alfabetico fino ad esaurire le 22 consonanti dell’alfabeto.

Tale espediente letterario era indubbiamente utile alla memorizzazione dei contenuti e a indicare che il relativo argomento era stato trattato “dalla A alla Z”.

Il Sl 119 si contraddistingue come l’esempio più esaustivo di questo procedimento, giacché le prime lettere delle rispettive ventidue strofe, di otto versi ciascuna, passano in rassegna l’intero alfabeto ebraico.

Schema del libro

I 150 salmi canonici furono ripartiti in cinque “libri”, ciascuno dei quali conchiuso da una dossologia (41:13; 72:18-20; 89:52; 106:48; 150:6).

La tradizione giudaica ricorreva spesso al numero “cinque”; a motivo di tale suddivisione si addusse un richiamo al Pentateuco (i cinque libri di Mosè).

Alcuni salmi sono stati ordinati in gruppi, quali p. es.:

  1. salmi raggruppati per associazione a un individuo o a un gruppo (p. es. i fi gli di Core, Sl 42–49; Asaf, Sl 73–83);
  2. salmi specifici per particolari funzioni (p. es. i “canti dei pellegrinaggi”, Sl 120–134);
  3. salmi dedicati esplicitamente alla lode e all’adorazione (Sl 146–150).

Non esiste, tuttavia, un’unica chiave di configurazione per il “mistero” dell’organizzazione in cinque libri.

Nell’intera raccolta dei Salmi, in effetti, non è possibile individuare alcuna struttura tematica comune.

Tutti i libri della Bibbia:

Antico Testamento

Genesi

Esodo

Levitico

Numeri

Deuteronomio

Giosuè

Giudici

Rut

1 e 2 Samuele

1 e 2 Re

1 e 2 Cronache

Esdra

Neemia

Ester

Giobbe

Salmi

Proverbi

Ecclesiaste

Cantico dei Cantici

Isaia

Geremia

Lamentazioni

Ezechiele

Daniele

Osea

Gioele

Amos

Abdia

Giona

Michea

Naum

Abacuc

Sofonia

Aggeo

Zaccaria

Malachia

Nuovo Testamento

Matteo

Marco

Luca

Giovanni

Testo tratto da La Sacra Bibbia con note e commenti di John MacArthur

Staff La Casa della Bibbia


 

Pubblicato in: La Bibbia, I Libri

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