Libri della Bibbia: Isaia

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Titolo

Questo libro reca il nome del suo autore. Isaia significa “il SIGNORE è la salvezza” ed è simile ai nomi Giosuè, Eliseo e Gesù.

Isaia è citato direttamente nel N.T. oltre 65 volte, molto più di qualsiasi altro profeta dell’A.T., e menzionato per nome oltre 20 volte.

Autore e data

Isaia, figlio di Amots, esercitò il ministero profetico, rivolto a Giuda, a Gerusalemme e nelle zone circostanti durante i regni di quattro sovrani: Uzzia (chiamato Azaria in 2 Re), Iotam, Acaz ed Ezechia (1: 1), dal 739 al 686 a.C. ca.

Egli proveniva certamente da una famiglia di ceto elevato, dal momento che aveva facile accesso al re (7: 3).

Era sposato e aveva due figli, i cui nomi avevano un alto valore simbolico: “Sear-Iasub” (“un residuo tornerà”, 7: 3) e “Maher-Shalal-Hash-Baz” (“affrettate il saccheggio, presto al bottino”, 8: 3).

Quando Dio lo chiamò a profetizzare, nell’anno della morte del re Uzzia (739 a.C. ca), egli rispose con gioiosa prontezza, pur sapendo che il suo ministero di ammonimento e di esortazione non avrebbe prodotto frutto (6: 9-13).

Allevato a Gerusalemme, Isaia era la persona adatta per essere il consigliere politico e religioso della nazione.

Isaia fu contemporaneo di Osea e di Michea.

Il suo stile compositivo non ha rivali per espressività, inventiva e ricchezza lessicale.

Il padre della chiesa primitiva Girolamo lo paragonò a Demostene, il leggendario oratore greco.

Il suo scritto presenta una gamma di 2.186 termini diversi, più di Ezechiele (1.535), di Geremia (1.653) e dei Salmi (2.170).

In 2 Cr 32: 32 si legge che egli scrisse altresì una biografia del re Ezechia.

Il profeta visse almeno fino al 681 a.C., anno in cui scrisse un resoconto della morte di Sennacherib (cfr. 37: 38).

La tradizione vuole che abbia incontrato la morte sotto il re Manasse (695–642 a.C. ca), che lo fece segare in due con una sega di legno (cfr. Eb 11: 37).

Contesto e ambiente di Isaia

Durante i cinquantadue anni di prosperoso regno del re Uzzia (790–739 a.C. ca), Giuda ebbe un notevole sviluppo commerciale e militare, come dimostrano il possesso di un porto commerciale sul mar Rosso e la costruzione di mura, torri e fortificazioni (2 Cr 26: 3-5, 8-10, 13-15).

Allo stesso tempo, però, in questo periodo si assistette al declino spirituale del popolo.

La caduta di Uzzia fu provocata dal suo tentativo di attribuire a se stesso i privilegi sacerdotali, bruciando l’incenso sull’altare (2 R 15: 3-4; 2 Cr 26: 16-19).

Egli fu per questo colpito dalla lebbra, da cui non guarì mai (2 R 15: 5; 2 Cr 26: 20-21).

Suo figlio Iotam (750–731 a.C.) dovette raccogliere il fardello regale prima della morte del padre.

L’Assiria cominciò a emergere come nuova potenza internazionale sotto Tiglat-Pileser (745–727 a.C. ca), nel tempo in cui Iotam era re (2 R 15: 19). Durante il suo regno Giuda iniziò altresì a scontrarsi con Israele e con la Siria a nord (2 R 15: 37).

Iotam fu un costruttore e un combattente come il padre, ma lasciò che la corruzione spirituale si diffondesse nel paese (2 R 15: 34-35; 2 Cr 27: 1-2).

Acaz aveva “vent’anni” quando iniziò a regnare in Giuda e regnò per sedici anni (2 Cr 28: 1, 8; 735–715 a.C. ca).

Israele e la Siria strinsero alleanza per combattere la crescente minaccia assira da est, ma Acaz rifiutò di far entrare Giuda nell’accordo (2 R 16: 5; Is 7: 6).

Per questa ragione i vicini del nord minacciarono di detronizzarlo, generando un conflitto (734 a.C.).

Colto dal panico, Acaz chiese aiuto al re assiro (2 R 16: 7) e questi venne prontamente in suo soccorso, saccheggiando Gaza, conducendo la Galilea e Galaad in cattività e occupando infine Damasco (732 a.C.).

L’alleanza con l’Assiria portò Acaz a introdurre un altare pagano nel tempio di Salomone (2 R 16: 10-16; 2 Cr 28: 3).

Durante il suo regno (722 a.C.) l’Assiria conquistò Samaria, capitale regno del nord, e condusse molti fra i più eccellenti uomini di Israele in cattività (2 R 17: 6, 24).

Il regno di Ezechia su Giuda ebbe inizio nel 715 a.C. e continuò per ventinove anni, fino al 686 a.C. ca (2 R 18: 1-2).

La necessità di una riforma si impose subito (2 R 18: 4, 22; 2 Cr 30: 1).

La minaccia di un’invasione assira costrinse Giuda a promettere un pesante tributo a quella potenza orientale.

Nel 701 a.C. Ezechia fu colpito da un male che ne minacciò la vita, ma pregò Dio ed egli, nella sua grazia, prolungò i suoi giorni di quindici anni (2 R 20; Is 38), fino al 686 a.C.

Il re di Babilonia colse l’occasione della malattia di Ezechia e della sua successiva guarigione per mandargli un messaggio di felicitazioni, cercando probabilmente di concludere un’alleanza con Giuda contro l’Assiria (2 R 20: 12ss.; Is 39).

Allorché l’Assiria cominciò a indebolirsi per le lotte intestine, Ezechia rifiutò il pagamento di ulteriori tributi a quella potenza (2 R 18: 7).

Così, nel 701 a.C., il re assiro Sennacherib invase le regioni costiere di Israele, marciando verso l’Egitto lungo il fianco meridionale.

Così facendo egli sopraffece molte città giudee, depredandole e conducendo molti in cattività in Assiria.

Mentre stava assediando Lachis, Sennacherib mandò un contingente a cingere d’assedio Gerusalemme (2 R 18: 17–19: 8; Is 36: 2–37: 8).

Questa spedizione collaterale però fallì e costrinse il re assiro a un secondo tentativo, inviando messaggeri a Gerusalemme per chiedere la resa immediata della città (2 R 19: 9ss.; Is 37: 9ss.).

Incoraggiato da Isaia, Ezechia rifiutò di arrendersi, mentre Sennacherib, di fronte a un’improvvisa disfatta del suo esercito, fece ritorno a Ninive e non minacciò più Giuda.

Temi storici e teologici

Isaia profetizzò durante il periodo di divisione del regno, rivolgendo la parte preponderante del suo messaggio al regno di Giuda.

Egli condannò il vuoto ritualismo dei suoi giorni (p. es. 1: 10-15) e l’idolatria in cui tanti erano caduti (p. es. 40: 18-20) e profetizzò la futura cattività babilonese di Giuda a motivo del suo allontanamento dal Signore (39: 6-7).

L’adempimento di alcune sue profezie nel corso della sua vita rappresentò la garanzia del suo ministero profetico.

I tentativi intrapresi da Sennacherib per impossessarsi di Gerusalemme fallirono, proprio come aveva profetizzato Isaia (37: 6-7, 36-38).

Il Signore guarì la grave malattia di Ezechia, proprio come Isaia aveva predetto (38: 5; 2 R 20: 7).

Molto tempo prima che Ciro, re di Persia, facesse la sua apparizione sulla scena, Isaia lo nominò come liberatore di Giuda dalla cattività babilonese (44: 28; 45: 1).

L’adempimento letterale delle profezie relative alla prima venuta di Cristo hanno accresciuto la sua credibilità (p. es. 7: 14).

Il compimento puntuale delle profezie passate assicura che le profezie relative alla seconda venuta di Cristo si avvereranno allo stesso modo.

Isaia offre informazioni riguardo al futuro “giorno del SIGNORE” e al tempo successivo.

Egli descrive diversi aspetti del regno futuro di Israele sulla terra, che non possiamo trovare altrove nell’Antico Testamento o nel Nuovo Testamento, fra cui i mutamenti nella natura, il mondo animale, la posizione di Gerusalemme fra le nazioni, il governo del “servo” sofferente e altri.

Per mezzo di un espediente letterario definito “prospettiva profetica”, Isaia predisse gli avvenimenti futuri senza delineare le sequenze esatte degli eventi o degli intervalli temporali che li dividono.

P. es. nulla in Isaia rivela la presenza di un intervallo che separa la prima venuta di Cristo dalla seconda.

Inoltre Isaia non mostra la chiara distinzione fra il futuro regno terreno e il regno eterno che Giovanni delinea in Ap 20: 1-10; 21: 1–22: 5.

Nel disegno divino di rivelazione progressiva, i particolari relativi a questi rapporti futuri avrebbero dovuto attendere una voce profetica nuova.

Altresì noto come “il profeta evangelico”, Isaia parla molto della grazia di Dio verso Israele, in particolare negli ultimi 27 capp.

Il testo centrale del libro di Isaia è l’impareggiabile cap. 53, che ritrae Cristo come l’Agnello immolato di Dio.

Sfide interpretative

Le sfide interpretative in un libro lungo e importante come Isaia sono numerose.

La più difficile è quella che si interroga sull’adempimento letterale o meno delle profezie di Isaia e sull’abbandono da parte del Signore della nazione di Israele, per sostituirla con la chiesa.

Questo abbandono è forse perpetuo e non vi è dunque nessun futuro per la nazione di Israele?

Per quel che riguarda quest’ultima questione, numerosi brani di Isaia dimostrano che Dio non ha sostituito la storica nazione di Israele con una presunta “nuova Israele”.

Isaia si sofferma a lungo sulla fedeltà di Dio verso Israele e sull’impossibilità che egli respinga il popolo che ha creato e scelto (43: 1).

La nazione di Israele è scolpita “sulle palme” delle sue mani e le sue mura sono sempre davanti ai suoi occhi (49: 16).

Egli è obbligato dalle sue stesse parole ad adempiere le promesse fatte,cioè a ricondurre il popolo a sé e a benedirlo in quel giorno futuro (55: 10-12).

Per quel che concerne la prima questione, si è già verificato l’adempimento letterale di molte profezie di Isaia, come dimostrato nell’Introduzione: Temi storici e teologici.

L’affermazione secondo cui le profezie ancora incompiute non avranno un adempimento letterale non poggia su fondamenti biblici.

Questo stesso fatto mina alla base l’interpretazione che vede nella chiesa la beneficiaria di alcune delle promesse fatte in origine a Israele.

Il regno promesso a Davide non appartiene alla chiesa, bensì a Israele.

La futura esaltazione di Gerusalemme non sarà celeste, ma terrena.

Cristo regnerà personalmente su questa terra come anche nei nuovi cieli e nella nuova terra (Ap 22: 1, 3).

Schema del libro

  1. Giudizio (1:1–35:10)

    1. Profezie concernenti Giuda e Gerusalemme (1:1–12:6)

      1. I peccati sociali di Giuda (1:1–6:13)

      2. Gli intrighi politici di Giuda (7:1–12:6)

    2. Oracoli di giudizio e di salvezza (13:1–23:18)

      1. Babilonia − 1ª parte − e l’Assiria (13:1–14:27)

      2. La Filistia (14:28-32)

      3. Moab (15:1–16:14)

      4. La Siria e Israele (17:1-14)

      5. L’Etiopia (18:1-7)

      6. L’Egitto (19:1–20:6)

      7. Babilonia − 2ª parte (21:1-10)

      8. Edom (21:11-12)

      9. L’Arabia (21:13-17)

      10. Gerusalemme (22:1-25)

      11. Tiro (23:1-18)

    3. Redenzione di Israele e giudizio mondiale (24:1–27:13)

      1. Devastazione divina del mondo (24:1-23)

      2. Primo canto di riconoscenza per la redenzione (25:1-12)

      3. Secondo canto di riconoscenza per la redenzione (26:1-19)

      4. Castighi di Israele e prosperità fi nale (26:20–27:13)

    4. Moniti contro un’alleanza con l’Egitto (28:1–35:10)

      1. Guai ai politici ubriaconi (28:1-29)

      2. Guai ai formalisti religiosi (29:1-14)

      3. Guai a coloro che nascondono a Dio i loro progetti (29:15-24)

      4. Guai al partito favorevole a un’alleanza con l’Egitto (30:1-33)

      5. Guai a coloro che confi dano nei carri e nei cavalli (31:1–32:20)

      6. Guai al distruttore assiro (33:1-24)

      7. Richiesta di giustizia contro le nazioni, in particolare Edom (34:1–35:10)

  2. Interludio storico (36:1–39:8)

    1. Sennacherib tenta di impossessarsi di Gerusalemme (36:1–37:38)

    2. Malattia e guarigione di Ezechia (38:1-22)

    3. Ambasciata babilonese a Gerusalemme (39:1-8)

  3. Salvezza (40:1–66:24)

    1. Liberazione dalla cattività (40:1–48:22)

      1. Consolazione degli esuli a Babilonia (40:1-31)

      2. Fine della miseria di Israele (41:1–48:22)

    2. Sofferenze del “servo del SIGNORE” (49:1–57:21)

      1. La missione del “servo” (49:1–52:12)

      2. La redenzione compiuta dal “servo” sofferente (52:13–53:12)

      3. I risultati della redenzione compiuta dal “servo” sofferente (54:1–57:21)

    3. Gloria futura del popolo di Dio (58:1–66:24)

      1. Due tipi di religione (58:1-14)

      2. Appello a Israele perché abbandoni i suoi peccati (59:1-19)

      3. Futura beatitudine di Sion (59:20–61:11)

      4. La liberazione di Sion si avvicina (62:1–63:6)

      5. Preghiera per la liberazione nazionale (63:7–64:12)

      6. La risposta del Signore alla supplica di Israele (65:1–66:24)

Profezie di Isaia adempiutesi alla prima venuta di Cristo

Riferimento

Adempimento letterale

Adempimento tipologico

7: 14

Nascita di Cristo da una vergine (Mt 1: 23)

8: 14-15

Gesù, sasso d’inciampo e pietra di scandalo (Ro 9: 33; 1 Pi 2: 8)

8: 17

Speranza e fiducia di Cristo in Dio (Eb 2: 13)

8: 18

Il Figlio di Dio e i figli di Dio (Eb 2: 13b)

9: 1-2

Arrivo di Gesù nella regione di Zabulon e Neftali (Mt 4: 12-16)

9: 5

Nascita dell’Emmanuele (Mt 1: 23; Lu 1: 31-33; 2: 7, 11)

11: 1

Rinascita della dinastia davidica (Mt 1: 6, 16; At 13: 23; Ap 5: 5; 22: 16)

12: 3

Acqua dalle fonti della salvezza (Gv 4: 10, 14)

25: 8

La morte è inghiottita (1 Co 15: 54)

28: 11

Il dono delle lingue quale segno distintivo dei messaggeri di Dio (1 Co 14: 21-22)

28: 16

Incarnazione di Gesù Cristo (Mt 21: 42)

29: 18; 35: 5

Gesù guarisce fisicamente ciechi e sordi (Mt 11: 5)

40: 3-5

Predicazione di Giovanni il battista (Mt 3: 3; Mr 1: 3; Lu 3: 4-6; Gv 1: 23)

42: 1a-3

Battesimo di Cristo (Mt 3: 16-17), trasfigurazione (Mt 17: 5) e sua generale condotta all’epoca della sua prima venuta

42: 6

Cristo estende i benefici del nuovo patto alla chiesa (Eb 8: 6, 10-12)

42: 7

Gesù guarisce la cecità fisica e libera dalla prigionia spirituale (Mt 11: 5; Lu 4: 18)

42: 7

Con la sua prima venuta, Gesù ha annientato le tenebre spirituali (Mt 4: 16)

50: 6

Gesù riceve percosse e sputi (Mt 26: 67; 27: 26, 30; Mr 14: 65; 15: 19; Lu 22: 63; Gv 18: 22)

50: 7

Gesù si dirige risolutamente alla volta di Gerusalemme (Lu 9: 51)

53: 1

Israele non riconosce il Messia (Gv 12: 38)

53: 4

Gesù guarisce i malati quale simbolo del suo farsi carico del peccato (Mt 8: 16-17)

53: 7-8

Filippo riconosce in Gesù colui del quale il profeta aveva scritto (At 8: 32-33)

53: 7

Gesù rimane in silenzio lungo tutte le fasi del suo processo (Mt 26: 63; 27: 12-14; Mr 14: 61; 15: 5; Lu 23: 9; Gv 19: 9; 1 Pi 2: 23)

53: 7

Gesù è l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo (Gv 1: 29; 1 Pi 1: 18-19; Ap 5: 6)

53: 9

Gesù è completamente innocente rispetto alle accuse mosse contro di lui (1 Pi 2: 22)

53: 11

Gesù riconosce la necessità di essere crocifisso fra due malfattori (Lu 22: 37)

54: 13

Gesù riconosce coloro che sono venuti a lui come istruiti da Dio (Gv 6: 45)

55: 3

In virtù della sua risurrezione, Cristo sarà un giorno assiso sul trono di Davide sulla terra (At 13: 34)

61: 1-2a

Il ministero di Gesù alla sua prima venuta è la controparte spirituale della liberazione di Israele legata al suo ritorno (Lu 4: 18-19)

62: 11

Gesù adempie la chiamata rivolta alla figlia di Sion nel suo ingresso trionfale (Mt 21: 5)


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Testo tratto da La Sacra Bibbia con note e commenti di John MacArthur

Staff La Casa della Bibbia

Pubblicato in: La Bibbia, I Libri

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