Libri della Bibbia: Atti degli Apostoli

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Titolo


Il libro degli Atti probabilmente non recava alcuna intestazione, trattandosi del secondo libro
dedicato da Luca a Teofilo (vd. Lu 1: 3). I manoscritti greci, lo intitolano “Atti” e molti aggiungono “degli apostoli”.

Il vocabolo gr. tradotto con “Atti” (praxeis) era spesso utilizzato per designare le imprese di grandi uomini.

Atti presenta le figure più illustri che caratterizzarono gli albori della chiesa, in particolare Pietro (capp. 1–12) e Paolo (capp. 13–28).

Un titolo più appropriato per questo libro potrebbe essere “gli Atti dello Spirito Santo per mezzo degli apostoli”, giacché l’opera sovrana dello Spirito fu di gran lunga più incisiva di quella di qualsiasi uomo.

Furono, infatti, il ministero vivificante e la guida dello Spirito Santo a rafforzare la chiesa e a farla crescere in numero, in potenza spirituale e importanza.

Autore e data


Il Vangelo di Luca fu il primo libro indirizzato a Teofilo (Lu 1: 3) ed è quindi logico concludere che Luca sia altresì l’autore di Atti, nonostante non sia mai menzionato in nessuno dei due libri.

Gli scritti dei padri della chiesa come Ireneo, Clemente di Alessandria, Tertulliano, Origene, Eusebio e Girolamo sostengono la paternità di Luca e lo stesso fa il Canone Muratoriano (170 d.C. ca).

Poiché Luca era una figura relativamente poco nota (nel N.T. se ne fa menzione solo tre volte: Cl 4: 14; 2 Ti 4: 11; Fi 24), un intervento di contraffazione è alquanto improbabile, giacché un eventuale falsario avrebbe attribuito la propria opera ad un autore più prestigioso.

Luca era un amico intimo di Paolo, nonché suo compagno di viaggio e medico personale (Cl 4: 14).

Egli era un ricercatore scrupoloso (Lu 1: 1-4), uno storico attento e un profondo conoscitore delle leggi e dei costumi romani, come pure della geografia del Vicino Oriente, dell’Asia Minore e dell’Italia.

Per la stesura di Atti, Luca attinse a fonti scritte (15: 23-29; 23: 26-30) e, senza dubbio, ebbe modo di incontrare alcune figure chiave, come Pietro, Giovanni e altri membri della chiesa di Gerusalemme.

I due anni di prigionia di Paolo a Cesarea (24: 27) diedero a Luca ampia opportunità di intervistare Filippo e le sue figlie (reputati preziose fonti di informazione circa gli esordi dalla chiesa).

Infine, il frequente uso di pronomi e verbi declinati alla prima persona plurale (16: 10-17; 20: 5–21: 18; 27: 1–28: 16) rivela come Luca fosse stato testimone oculare di molti degli eventi documentati in Atti.


Taluni ritengono che Luca abbia scritto Atti dopo la caduta di Gerusalemme (70 d.C.; la sua morte avvenne probabilmente attorno alla metà degli anni 80) tuttavia assai più probabile che l’opera sia stata redatta in epoca decisamente anteriore, durante la prima prigionia romana di Paolo (60-62 d.C. ca ).

Tale ipotesi di datazione giustificherebbe la brusca conclusione di Atti, che si interrompe con la vicenda che vede Paolo ancora in attesa di comparire in giudizio al cospetto di Cesare.

Senza alcun dubbio Luca, il quale dedica più della metà di questo libro al ministero di Paolo, non avrebbe mancato di riportare l’epilogo del processo e, quindi, il successivo ministero di Paolo, nonché il suo secondo imprigionamento (cfr. 2 Ti 4: 11) e la sua morte, qualora quegli eventi avessero avuto luogo prima della stesura di Atti.

Il silenzio di Luca su importanti eventi quali, p. es., il martirio di Giacomo, capo della chiesa di Gerusalemme (avvenuto nel 62 d.C. secondo lo storico ebreo Giuseppe Flavio), la persecuzione sotto Nerone (64 d.C.) e la caduta di Gerusalemme (70 d.C.) è indicativo del fatto che Luca compose Atti in epoca antecedente a tali accadimenti.


Contesto e ambiente degli Atti degli Apostoli


Nel suo prologo al Vangelo, Luca precisava di aver scritto per Teofilo (e per i futuri lettori del libro) “una narrazione dei fatti” (Lu 1:1) riguardanti il ministero terreno di Gesù, riportandone tutti gli eventi memorabili “per ordine” (Lu 1:3) nel suo Vangelo.

Atti costituisce il proseguimento di tale narrazione, giacché vi si descrive l’opera compiuta da Gesù tramite la chiesa primitiva.

Esordendo con l’ascensione di Gesù e proseguendo con la nascita della chiesa il giorno di Pentecoste, per poi concludersi con la predicazione di Paolo a Roma, il libro degli Atti documenta il processo di diffusione del vangelo, nonché di sviluppo della chiesa (cfr. 1: 15; 2:41, 47; 4:4; 5:14; 6: 7; 9:31; 12: 24; 13: 49; 16: 5; 19: 20).

In questo libro è altresì documentata la crescente opposizione al vangelo (cfr. 2: 13; 4: 1-22; 5: 17-42; 6: 9–8: 4; 12: 1-5; 13: 6-12, 45-50; 14: 2-6, 19-20; 16: 19-24; 17: 5-9; 19: 23-41; 21: 27-36;
23: 12-21; 28: 24).

Teofilo, il cui nome significa “colui che ama Dio”, è un personaggio storicamente sconosciuto al di fuori della menzione che di lui fa Luca nel suo Vangelo e in Atti.

Si ignora se costui fosse un credente che Luca stava istruendo o un pagano che egli desiderava portare alla fede.

Il vocativo eccellentissimo” apposto al suo nome (Lu 1:3) suggerisce che si trattasse di un ufficiale romano di una certa importanza (cfr. 24:3; 26:25).

Temi storici e teologici


Quale prima opera di storia della chiesa mai redatta, Atti documenta la risposta iniziale al mandato missionario (Mt 28: 19-20).

Questo libro fornisce informazioni sui primi tre decenni di vita della chiesa, materiale non reperibile altrove nel N.T.

Quantunque non si tratti principalmente di un’opera dottrinale, Atti mette in evidenza che Gesù di Nazaret era il Messia tanto a lungo atteso da Israele, sottolinea come il vangelo sia offerto a tutti gli uomini (non solamente ai Giudei) e dà risalto all’opera dello Spirito Santo (menzionato più di 50 volte).

Frequenti sono i richiami all’A.T., p. es.: 2: 17-21 (Gl 2: 28-32); 2: 25-28 (Sl 16: 8-11); 2: 35 (Sl 110: 1); 4: 11 (Sl 118: 22); 4: 25-26 (Sl 2: 1-2); 7: 49-50 (Is 66:1-2); 8:32-33 (Is 53:7-8); 28:26-27 (Is 6:9-10).

In Atti riecheggiano numerose fasi di transizione: dal ministero di Gesù a quello degli apostoli, dal vecchio patto al nuovo patto, da Israele come testimone di Dio, alla chiesa (formata sia da Giudei che da pagani).

Laddove la lettera agli Ebrei presenta la teologia della transizione dal vecchio al nuovo patto, il libro degli Atti ritrae la manifestazione pratica del nuovo patto nella vita della chiesa.

Sfide interpretative

Il libro degli Atti non costituisce un trattato teologico come, ad esempio, Romani o Ebrei.

Esso consiste principalmente in una narrazione storica e presenta relativamente poche sfide interpretative, le quali si limitano per lo più alla questione delle transizioni e al ruolo dei segni e dei prodigi.

Tali questioni sono trattate nelle note agli specifici passi (p. es. 2: 1-47; 15: 1-29).


Schema del libro

Prologo (1:1-8)

  1. Testimonianza a Gerusalemme (1:9–8:3)
    1. Preparazione della chiesa (1:9-26)
    2. Fondazione della chiesa (2:1-47)
    3. Crescita della chiesa (3:1–8:3)
      1. Ministero degli apostoli: predicazione, guarigione e persecuzione (3:1–5:42)
      2. Ministero dei diaconi: preghiera, insegnamento e persecuzione (6:1–8:3)
  2. II. Testimonianza in Giudea e in Samaria (8:4–12:25)
    1. A. Predicazione del vangelo ai Samaritani (8:4-25)
    2. B. Conversione di un pagano (8:26-40)
    3. C. Conversione di Saulo (9:1-31)
    4. D. Predicazione del vangelo in Giudea (9:32-43)
    5. E. Predicazione del vangelo ai pagani (10:1–11:30)
    6. F. Persecuzione da parte di Erode (12:1-25)
  3. III. Testimonianza fino ai confini della terra (13:1–28:31)
    1. A. Primo viaggio missionario di Paolo (13:1–14:28)
    2. B. La conferenza di Gerusalemme (15:1-35)
    3. C. Secondo viaggio missionario di Paolo (15:36–18:22)
    4. D. Terzo viaggio missionario di Paolo (18:23–21:16)
    5. E. Processi di Paolo a Gerusalemme e a Cesarea (21:17–26:32)
    6. F. Viaggio di Paolo a Roma (27:1–28:31)

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Testo tratto da La Sacra Bibbia con note e commenti di John MacArthur.

Staff La Casa della Bibbia

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