Libri della Bibbia: Deuteronomio

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Titolo

Il titolo italiano “Deuteronomio” deriva dall’errata traduzione, nella versione greca (LXX), dell’espressione “copia di questa legge” (17: 18) in “seconda legge”; questa, a sua volta, fu tradotta Deuteronomion nella versione latina (Vulgata).

Il titolo ebraico del libro, “queste sono le parole”, corrisponde ai primi due termini ebraici del testo. Il titolo ebraico riflette meglio il contenuto del libro, dal momento che non si tratta affatto di una seconda legge, bensì della spiegazione della legge messa per iscritto da Mosè.

Deuteronomio è l’ultimo dei cinque libri che formano l’unità letteraria chiamata Pentateuco.

Autore e data

La tradizione ha sempre riconosciuto in Mosè l’autore di Deuteronomio, seguendo l’indicazione fornita dal libro stesso (1: 1, 5; 31: 9, 22, 24). Sia l’A.T. (1 R 2: 3; 8: 53; 2 R 14: 6; 18: 12) che il N.T. (At 3: 22-23; Ro 10: 19) attestano la paternità mosaica. Mentre De 32: 48–34: 12 costituisce un’aggiunta postuma (di cui Giosuè è il probabile autore), il resto del libro è stato scritto di proprio pugno da Mosè poco tempo prima della sua morte, avvenuta nel 1405 a.C.

La maggior parte del libro consiste nei discorsi di addio pronunciati da Mosè all’età di centoventi anni, a partire dal primo giorno dell’undicesimo mese del quarantesimo anno dall’esodo dall’Egitto (1: 3).

Essi risalgono pertanto a gennaio/febbraio del 1405 a.C.

Nelle sue ultime settimane di vita, Mosè li trascrisse e li affidò ai sacerdoti e agli anziani perché li custodissero per le future generazioni israelite (31: 9, 24-26).

Contesto e ambiente del Deuteronomio

Come in Levitico, la narrazione di Deuteronomio non progredisce storicamente, ma circoscrive l’ambientazione a un unico luogo e lungo l’arco di un solo mese (cfr. De 1: 3 e 34: 8 con Gs 5: 6-12).

Israele era accampato al centro della valle longitudinale a est del Giordano (De 1: 1) che in Nu 36: 13 è chiamata “pianure di Moab”, un’area estesa a nord del fiume Arnon, dall’altra parte del Giordano, sulla sponda opposta a Gerico.

Da ormai circa quarant’anni, Israele aveva lasciato l’Egitto.

Deuteronomio si concentra su avvenimenti che ebbero luogo durante le ultime settimane di vita di Mosè.

Quello più importante è rappresentato dalla comunicazione verbale della rivelazione divina da parte di Mosè al popolo d’Israele (1: 1–30: 20; 31: 30–32: 47; 33: 1-29).

Gli unici altri fatti menzionati sono:

  1. La trascrizione della legge in un libro ad opera di Mosè e il mandato affidato alla nuova guida del popolo, Giosuè (31: 1-29);
  2. La contemplazione di Mosè del paese di Canaan dal monte Nebo (32: 48-52; 34: 1-4);
  3. La morte di Mosè (34: 5-12).

I destinatari originari di Deuteronomio, tanto della sua esposizione verbale quanto di quella scritta, erano la seconda generazione della nazione d’Israele.

Tutti coloro che avevano fra quaranta e sessant’anni d’età (fatta eccezione per Giosuè e Caleb, più anziani) erano nati in Egitto e avevano partecipato, bambini o adolescenti, all’esodo.

Chi aveva meno di quarant’anni era nato ed era stato allevato nel deserto. Insieme facevano parte della generazione che stava per conquistare la terra di Canaan, guidati da Giosuè, quarant’anni dopo la fuga dall’Egitto (1: 34-39).

Temi storici e teologici

Come Levitico, anche Deuteronomio contiene molti particolari attinenti alla legge, ma qui l’enfasi è posta sul popolo, anziché sui sacerdoti.

Mosè, nell’invitare la seconda generazione israelita alla fede nel Signore e all’osservanza del patto ratificato con lui a Oreb (Sinai), illustra le sue considerazioni ricorrendo a episodi tratti dalla storia di Israele.

Egli rammenta al popolo la ribellione al Signore ad Oreb (9: 7–10: 11) e a Cades (1: 26-46), le cui conseguenze erano state devastanti.

Ricorda altresì la fedeltà del Signore nel concedere loro la vittoria sui nemici (2: 24–3: 11; 29: 1, 6-7).

Nondimeno Mosè esorta il popolo a conquistare la terra che Dio aveva promesso con un giuramento ai loro antenati Abraamo, Isacco e Giacobbe (1: 8; 6: 10; 9: 5; 29: 12; 30: 20; 34: 4; cfr. Ge 15: 18-21; 26: 3-5; 35: 12).

Mosè non aveva però lo sguardo rivolto solamente al passato, ma anche al futuro: egli aveva davanti agli occhi la disubbidienza futura di Israele al Signore e la sua dispersione fra le nazioni prima che la promessa divina ai patriarchi si realizzasse completamente (4: 25-31; 29: 21–30: 10; 31: 26-29).

Deuteronomio, così come i Salmi e Isaia, ha molto da dirci sugli attributi di Dio.

Per tale motivo ricorrono ben 40 citazioni di questo libro nel N.T. (superato solo dai Salmi e da Isaia), con ancor più numerosi richiami al suo contenuto.

Deuteronomio rivela che il Signore è:

  • l’unico Dio (4: 39; 6: 4);
  • un Dio geloso (4: 24);
  • fedele (7: 9);
  • amoroso (7: 13);
  • misericordioso (4: 31);
  • ma altresì un Dio che si adira per il peccato (6: 15).

Questo è il Dio che ha chiamato a sé Israele.

Più di 250 volte Mosè ripete a Israele la frase: “Il SIGNORE, vostro Dio”.

Israele era esortato a ubbidire (28: 2), temere, amare e servire Dio (10: 12), camminando nelle sue vie e osservando i suoi comandamenti (10: 12-13).

Qualora gli avesse ubbidito, il popolo d’Israele avrebbe ricevuto le sue benedizioni (28: 1-14).

L’ubbidienza e il perseguimento della santità personale sono dettati dal carattere di Dio: poiché egli è santo, anche il suo popolo deve essere santo (cfr. 7: 6-11; 8: 6, 11, 18; 10: 12, 16-17; 11: 13; 13: 4-5; 14: 1-2).

Sfide interpretative

Il lettore di Deuteronomio deve affrontare tre sfide interpretative:

  1. Il libro è un testo a sé stante o è semplicemente una parte di un più ampio insieme letterario, vale a dire il Pentateuco?
    Il resto della Scrittura considera sempre il Pentateuco come un’unità.
    Quindi il significato ultimo di Deuteronomio non può essere separato dal contesto del Pentateuco.
    Il libro stesso, inoltre, dà per scontato che il lettore abbia familiarità con i quattro libri che lo precedono; Deuteronomio infatti mette a fuoco tutto ciò che era stato rivelato da Genesi a Numeri, così come le sue conseguenze per il popolo che stava per entrare nella terra promessa.
    Ad ogni modo, tutti i manoscritti ebraici a nostra disposizione dividono il Pentateuco nella stessa maniera in cui lo divide questo testo, il che sta a indicare che il libro è un’unità ben definita, in cui compaiono gli ultimi discorsi di Mosè a Israele; in questo senso esso può anche essere considerato un’unità letteraria a sé stante.

  2. La struttura di Deuteronomio si basa sui trattati secolari dell’epoca di Mosè?
    In questi ultimi molti studiosi evangelici hanno sostenuto la paternità mosaica di Deuteronomio, basandosi sulle somiglianze esistenti fra la struttura del libro e la forma dei trattati mediorientali risalenti alla metà del secondo millennio a.C. (approssimativamente l’epoca in cui è vissuto Mosè).
    Questi trattati secolari di vassallaggio (contenenti le volontà del signore ai suoi sudditi) seguivano un modello non più in uso intorno alla metà del primo millennio a.C.
    In genere presentavano i seguenti elementi:
    a) preambolo: l’identificazione dei contraenti;
    b) prologo storico: la storia del rapporto fra il signore e i suoi vassalli;
    c) stipule generali e specifiche;
    d) testimoni;
    e) benedizioni e maledizioni;
    f) giuramenti e ratifica del patto.
    Si ritiene che Deuteronomio segua questa struttura basilare.
    Nondimeno, mentre tutti concordano nell’asserire che 1:1-5 sia il preambolo, 1:5–4:43 il prologo storico e i capp. 27–28 le benedizioni e le maledizioni, non c’è consenso su come il resto di Deuteronomio si adatti alla struttura proposta.
    Può anche darsi che nelle pianure di Moab il patto fra Dio e Israele sia stato rinnovato, ma ciò non è indicato né implicitamente né, tanto meno, esplicitamente in Deuteronomio.
    È meglio prendere il libro per quello che dichiara di essere: una spiegazione della legge da parte di Mosè alla nuova generazione.
    La struttura segue i discorsi pronunciati da Mosè.

  3. Che genere di patto fu quello stipulato nelle pianure di Moab (28: 69)?
    Secondo l’opinione maggiormente diffusa si è trattato del rinnovamento del patto sinaitico ratificato circa quarant’anni prima dalla precedente generazione.
    Si ritiene che qui Mosè aggiorni e rinnovi quello stesso patto con la seconda generazione d’Israele.
    Secondo un’altra opinione, si tratterebbe di un “patto palestinese”, che sanciva il diritto della nazione di Israele a possedere la terra, a quel tempo come in futuro.
    Secondo una terza visione, Mosè, nei capp. 29–30, anticipò la ratifica del nuovo patto, poiché sapeva che Israele non sarebbe riuscito a ottemperare ai termini del patto sinaitico.

Schema del Libro

  1. Introduzione: contesto storico dei discorsi di Mosè (1:1-4)

  2. Primo discorso di Mosè: prologo storico (1:5–4:43)

    1. Riepilogo storico delle potenti imprese di Dio da Oreb a Bet-Peor (1:5–3:29)

    2. Esortazione a ubbidire alla legge (4:1-40)

    3. Scelta di tre città di rifugio (4:41-43)

  3. Secondo discorso di Mosè: le norme del patto sinaitico (4:44–28:68)

    1. Introduzione (4:44-49)

    2. Elementi basilari del rapporto fra Israele e il Signore (5:1–11:32)

      1. I dieci comandamenti (5:1-33)

      2. Consacrazione totale al Signore (6:1-25)

      3. Separazione dagli dèi delle altre nazioni (7:1-26)

      4. Monito contro il dimenticare il Signore (8:1-20)

      5. Esempi di ribellione di Israele nel passato (9:1–10:11)

      6. Esortazione a temere e amare il Signore e a ubbidire alla sua volontà (10:12–11:32)

    3. Le norme specifi che per la vita nel nuovo paese (12:1–26:19)

      1. Istruzioni per la vita di fede (12:1–16:17)

      2. Istruzioni per il governo (16:18–18:22)

      3. Istruzioni per l’ordine sociale (19:1–23:14)

      4. Istruzioni varie (23:15–25:19)

      5. Le primizie e la decima nel paese (26:1-15)

      6. Dichiarazione d’ubbidienza (26:16-19)

    4. Le benedizioni e le maledizioni del patto (27:1–28:68)

  4. Terzo discorso di Mosè: un patto nuovo (28:69–30:20)

  5. Eventi conclusivi (31:1–34:12)

    1. Cambio di conduzione (31:1-8)

    2. Regole per la lettura della legge (31:9-13)

    3. Canto di Mosè (31:14 –32:47)

      1. Previsione del fallimento di Israele (31:14-29)

      2. Testimonianza del canto di Mosè (31:30–32:43)

      3. Trasmissione del canto di Mosè (32:44-47)

    4. D. Eventi fi nali della vita di Mosè (32:48–34:12)

      1. Istruzione sulla morte di Mosè (32:48-52)

      2. Benedizione di Mosè (33:1-29)

      3. Morte di Mosè (34:1-12)



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Testo tratto da La Sacra Bibbia con note e commenti di John MacArthur

Staff La Casa della Bibbia

Pubblicato in: La Bibbia, I Libri

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