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Libri della Bibbia: Gioele
Titolo
La LXX greca e la Vulgata latina seguono il testo masoretico, assegnando al libro il nome del profeta Gioele, il destinatario del messaggio divino (1: 1).
Il nome “Gioele” significa “il SIGNORE è Dio” e accomuna almeno una dozzina di uomini dell’A.T.
Solo in una circostanza Gioele è menzionato nel N.T. (At 2: 16-21).
Autore e data
L’autore si presenta semplicemente come “Gioele, figlio di Petuel” (1: 1).
La profezia ci dice poco di più riguardo all’uomo.
Nemmeno il nome del padre è menzionato altrove nell’A.T.
Sebbene manifesti uno zelo profondo per i sacrifici del tempio (1: 9; 2: 13-16), la sua familiarità con la vita agreste e pastorale e la sua separazione dai sacerdoti (1: 13, 14; 2: 17) indicano che non era un Levita.
Secondo la tradizione extrabiblica apparteneva alla tribù di Ruben e proveniva dalla città di Betom o Bet-Aram, situata a nord-est del mar Morto, sul confine tra Ruben e Gad.
Tuttavia, dal contesto della profezia e, in particolare, dall’assenza del tono caratteristico di uno straniero intuiamo che si trattasse piuttosto di un Giudeo proveniente dalle vicinanze di Gerusalemme.
Una datazione del libro può essere tentata unicamente sulla base della posizione nel canone, di cenni storici e di elementi linguistici.
Il tardo IX sec. a.C., e in particolare il regno di Ioas (835-796 a.C.), sembra essere ragionevolmente l’epoca più probabile della stesura alla luce di alcuni fattori:
-
la mancanza di qualsiasi menzione di successive potenze mondiali (Assiria, Babilonia o Persia);
-
l’affinità fra lo stile di Gioele e quello di Osea e di Amos e la diversità rispetto a quello dei profeti post-esilici;
-
i paralleli verbali con altri profeti antichi (Gl 3: 16/Am 1: 2; Gl 3: 18/Am 9: 13).
Nondimeno, se da un lato non si può conoscere con certezza la data di redazione del libro, la rilevanza di questo dato in rapporto all’interpretazione del testo è minima.
Il messaggio di Gioele oltrepassa i confini temporali, presentando una dottrina che potrebbe essere riproposta e applicata a tutte le epoche.
Contesto e ambiente del libro di Gioele
Tiro, Sidone e la Filistia avevano compiuto frequenti incursioni militari in Israele (3: 2ss.).
Una prolungata siccità e una devastante invasione di locuste avevano privato il paese di qualsiasi forma di vegetazione, facendolo precipitare in una grave congiuntura economica (1: 7-20) e indebolendo grandemente il regno del sud.
Questa catastrofe naturale offre a Gioele lo spunto per l’annuncio del giudizio di Dio.
Se le locuste erano un giudizio contro il peccato, i giudizi futuri di Dio, nel corso del “giorno del Signore” saranno di gran lunga più severi.
In quel giorno, Dio giudicherà i suoi nemici e benedirà i credenti.
Non viene fatta alcuna menzione di peccati specifici, né Giuda è rimproverato per la sua idolatria.
Tuttavia, forse a motivo di un’ostinata indifferenza, il profeta chiama il popolo a un pentimento reale, esortandolo a “stracciarsi il cuore, non le vesti” (2: 13).
Temi storici e teologici
Il tema di Gioele è il “giorno del SIGNORE”.
Esso permea ogni parte del suo messaggio, nel quale è trattato estensivamente, più che in ogni altro libro dell’A.T.(1: 15; 2: 1; 2: 11; 2: 31; 3: 14).
Questa locuzione è utilizzata 19 volte da otto diversi autori dell’A.T. (Is 2: 12; 13: 6, 9; Ez 13: 5; 30: 3; Gl 1: 15; 2: 1, 11, 31; 3: 14; Am 5: 18 [2x], 20; Ad 15; So 1: 7, 14 [2x]; Za 14: 1; Ml 4: 5).
Essa non rappresenta un riferimento cronologico, ma indica un periodo generale di ira e di giudizio che appartiene unicamente al Signore.
Si tratta esclusivamente del giorno che ne rivelerà il carattere potente, forte, santo e tremendo verso i suoi nemici.
La locuzione “il giorno del SIGNORE” non fa sempre riferimento a un evento futuro; talvolta essa rinvia a una realizzazione storica alquanto prossima, come in Ez 13: 5, dove indica la conquista babilonese e la distruzione di Gerusalemme.
Come è consueto nelle profezie, l’adempimento imminente è un evento storico in base al quale comprendere l’adempimento futuro.
Il giorno del Signore è spesso associato a scosse sismiche (p. es.: 2: 1-11; 2: 31; 3: 16), a intemperie (Ez 13: 5ss.), a nubi e spesse tenebre (p. es.: 2: 2; So 1: 7ss.), a sconvolgimenti cosmici (2: 3, 30), ed è definito un giorno “grande, davvero terribile” (2: 11) che giungerà “come una devastazione mandata dall’Onnipotente” (1: 15).
La seconda metà di Gioele descrive il periodo immediatamente precedente e successivo al giorno del Signore in termini di promessa e di speranza.
Lo Spirito Santo sarà sparso su ogni carne, accompagnato da parole profetiche, sogni, visioni (2: 28-29) e dalla venuta di Elia, in un’epifania di restaurazione e di speranza (Ml 4: 5-6).
Il giorno del Signore sarà latore di benedizioni fisiche, di fertilità e di prosperità (2: 21ss.; 3: 16-21).
In quel giorno il giudizio si abbatterà sui peccatori, ma in seguito esso recherà benedizione ai penitenti e la conferma del patto stipulato da Dio con il suo popolo.
Sfide interpretative
È preferibile considerare quella descritta nel cap. 1 come una vera e propria invasione devastante di locuste.
Al cap. 2 l’esegeta si trova di fronte a un nuovo livello descrittivo.
Qui il profeta va oltre la piaga delle locuste del cap. 1, portando il livello descrittivo a nuove vette, con crescente intensità, e focalizzando l’attenzione sulla piaga e sull’immediata necessità di vero pentimento.
La scelta delle similitudini operata dal profeta, quali “sembrano cavalli” (2: 4) e “come prodi” (2: 7), suggerisce che egli si stia ancora servendo dell’immagine delle locuste per illustrare un’invasione che può unicamente coincidere con l’arrivo inaspettato e straordinario del giorno del Signore.
Una seconda questione che l’esegeta deve affrontare è la citazione di Gl 2: 28-32 fatta da Pietro in At 2: 16-21.
Alcuni hanno visto nei fenomeni descritti negli Atti e nella distruzione di Gerusalemme del 70 d.C. l’adempimento del passo di Gioele, mentre altri ne riservano l’adempimento al giorno del Signore futuro.
A mio avviso è chiaro, comunque, che Gioele stia facendo riferimento al tremendo giorno del Signore finale.
L’elargizione dello Spirito Santo a Pentecoste non fu l’adempimento, ma un’anteprima o un assaggio della potenza e dell’opera dello Spirito, che si spanderà in maniera piena e definitiva nel regno del Messia dopo il giorno del Signore.
Schema del libro
Dopo 1: 1, i contenuti del libro sono organizzati in tre sezioni principali.
Nella prima sezione (1: 2-20) il profeta descrive il giorno del Signore nell’epoca in cui egli vive.
Il paese soffre per la devastazione provocata dall’invasione delle locuste e dalla siccità.
I dettagli relativi alla calamità (1: 2-12) sono seguiti da un appello al pentimento generale e alla riforma (1: 13-20).
La seconda sezione (2: 1-17) segna una transizione dalla piaga storica delle locuste descritta al cap. 1 al futuro giorno del Signore in 2: 18–3: 21.
Sullo sfondo dell’infestazione di locuste di cui è stato testimone, il profeta, con maggiore intensità, dipinge un quadro a tinte forti dell’imminente visitazione del Signore (2: 1-11) e, con una terminologia intensa ed efficace, tenacemente rinnova l’appello al pentimento (2: 12-17).
Nella terza sezione (2: 18–3: 21) il Signore parla di persona, rassicurando il popolo della sua presenza (2: 27; 3: 17, 21).
In questa parte del libro l’autore ipotizza che il ravvedimento auspicato (2: 12-17) abbia avuto luogo e descrive la sentita risposta del Signore (2: 18-19a) alla preghiera dei suoi.
Gioele 2: 18-20 segna la transizione, nel messaggio, dalla lamentazione e dalla prostrazione alla rassicurazione della presenza di Dio e del capovolgimento della situazione (di cui 2: 19b-20 precisa l’essenza e la natura).
Il Signore formula allora tre promesse per rassicurare gli uomini pentiti della sua presenza:
- la restaurazione materiale per mezzo della guarigione divina del paese (2: 21-27);
- la restaurazione spirituale per mezzo dell’elargizione divina dello Spirito (2: 28-32);
- la restaurazione nazionale per mezzo del giudizio divino contro gli empi (3: 1-21).
Schema del libro
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Il “giorno del SIGNORE” sperimentato: sezione storica (1:1-20)
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Fonte del messaggio (1:1)
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Ordine di contemplare la devastazione (1:2-4)
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Totalità della devastazione (1:5-12)
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Invito al pentimento alla luce della devastazione (1:13-20)
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L’imminente ”giorno del SIGNORE”: transizione (2:1-17)
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Squillo d’allarme (2:1)
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Invasione di un esercito (2:2-11)
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Invito al ravvedimento (2:12-17)
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Il futuro “giorno del SIGNORE”: sezione escatologica (2:18–3:21)
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Introduzione (2:18)
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Restaurazione materiale (2:19-27)
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Restaurazione spirituale (2:28-32)
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Restaurazione nazionale (3:1-21)
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Tutti i libri della Bibbia:
Antico Testamento
Genesi
Gioele
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Matteo
Testo tratto da La Sacra Bibbia con note e commenti di John MacArthur
Staff La Casa della Bibbia
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