Libri della Bibbia: Lamentazioni

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Titolo

Il titolo “Lamentazioni” deriva da quello attribuito a questo libro dalla traduzione greca dell’Antico Testamento (LXX) e in seguito dalla Vulgata.

Il titolo ebraico del libro corrisponde all’interiezione ebraica. ekah (“come mai…?”), che esprime costernazione, utilizzata in 1: 1; 2: 1; 4: 1.

Tuttavia, i rabbini cominciarono presto a chiamare il libro “grida ad alta voce” o “lamenti” (cfr. Gr 7: 29).

Questo è il solo libro dell’A.T. interamente dedicato a lamentazioni ed è costituito da un’elegia funebre sulla caduta della città di Gerusalemme, un tempo magnifica (cfr. 2: 15).

Coltivando la memoria di questa caduta, il libro insegna ai credenti a gestire la sofferenza.

Autore e data

Nel libro delle Lamentazioni l’autore non è nominato, tuttavia alcuni indizi testuali e storici indicano trattarsi di Geremia.

La LXX contiene la seguente introduzione a La 1: 1: “E avvenne, dopo che Israele era stato condotto in cattività… Geremia si sedette piangendo [cfr. 3: 48-49]… fece cordoglio… e disse…”.

Geremia aveva ricevuto l’ordine divino di fare cordoglio per Giuda (Gr 7: 29) e scrisse inoltre una lamentazione per Giosia (2 Cr 35: 25).

Geremia era stato testimone diretto (cfr. 1: 13-15; 2: 6, 9; 4: 1-12) della caduta di Gerusalemme, nel 586 a.C., e scrisse le Lamentazioni durante o subito dopo l’avvenimento, probabilmente con l’aiuto di Baruc, suo segretario e amanuense (cfr. Gr 36: 4; 45: 1).

La città capitolò verso la metà di luglio e il tempio fu dato alle fiamme a metà agosto.

Con ogni probabilità Geremia vide la distruzione delle mura, delle torri, delle case, dei palazzi e del tempio.

Egli descrisse tali avvenimenti allorché essi erano ancora vividi e dolorosamente impressi nella sua memoria, prima della partenza forzata per l’Egitto nel 583 a.C. (cfr. Gr 43: 1-7).

Il linguaggio con cui fu redatto il libro delle Lamentazioni presenta svariate analogie con quello usato da Geremia nel suo assai più esteso libro profetico (cfr. 1: 2 con Gr 30: 14; 1: 15 con Gr 18: 21; 1: 6 e 2: 11 con Gr 9: 1, 18; 2: 22 con Gr 6: 25; 4: 21 con Gr 49: 12).

Contesto e ambiente del libro delle Lamentazioni

Giosuè aveva iniziato a gettare i semi profetici della distruzione di Gerusalemme (Gs 23: 15-16) 800 anni prima.

Geremia aveva profetizzato il castigo venturo per oltre 40 anni, suscitando il disprezzo del popolo cui aveva annunciato il messaggio di condanna (645-605 a.C. ca).

Allorché quel giudizio si abbatté sul popolo incredulo per mano di Nabucodonosor e dell’esercito babilonese, Geremia manifestò nondimeno un profondo dolore e una gran compassione verso i suoi connazionali ostinati e sofferenti.

Il libro delle Lamentazioni ha un rapporto molto stretto con il libro di Geremia, poiché descrive l’angoscia del profeta riguardo al castigo divino abbattutosi su Gerusalemme a causa del rifiuto di ravvedersi dai suoi peccati.

Nell’altro suo libro il profeta aveva annunciato la catastrofe (capp. 1–29); qui egli si concentra in maggiore dettaglio sui sentimenti di amarezza e di sofferenza suscitati dalla devastazione di Gerusalemme (cfr. Sl 46: 4-5).

La distruzione di Gerusalemme fu un avvenimento di tale rilevanza che le pagine di quattro diversi capp. dell’A.T. ne riportano la notizia: 2 R 25; Gr 39: 1-10; 52; 2 Cr 36: 11-21.

Tutti i 154 versetti di questo libro sono stati accolti nel canone ebraico. Insieme a Rut, Ester, Cantico dei Cantici ed Ecclesiaste, Lamentazioni fa parte dei libri veterotestamentari che compongono i “cinque rotoli” o Megilloth, i libri che vengono letti in sinagoga in occasioni speciali: il libro delle Lamentazioni viene letto il giorno 9 del mese di Ab (luglio/agosto) per commemorare la data della distruzione di Gerusalemme per mano di Nabucodonosor.

È interessante notare che i Romani distrussero il tempio di Erode nella stessa data, nel 70 d.C.

Temi storici e teologici

Il tema centrale di Lamentazioni è il castigo divino suscitato dal peccato di Giuda.

Questo tema permea l’intero libro (1: 5, 8, 18, 20; 3: 42; 4: 6, 13, 22; 5: 16).

Affiora, inoltre, il tema della speranza nella compassione di Dio (come in 3: 22-24, 31-33; cfr. Sl 30: 3-5).

Sebbene il libro tratti della disgrazia di Gerusalemme, esso contempla altresì l’immensa fedeltà di Dio (3: 22-25), concludendosi con la grazia, allorché Geremia passa dal lamento alla consolazione (5: 19-22).

Il sovrano giudizio di Dio costituisce la terza corrente tematica nel libro.

La santità di Dio era stata talmente oltraggiata dal peccato di Giuda che il Signore aveva inviato un flagello distruttivo: lo strumento umano della collera divina fu Babilonia (1: 5, 12, 15; 2: 1, 17; 3: 37-38; cfr. Gr 50: 23).

Nel libro di Geremia (Gr 20: 4–52: 34) ricorrono più di 150 riferimenti a quest’ultima; tuttavia in Lamentazioni non vi è alcun accenno diretto né a questa città, né al suo re, Nabucodonosor.

Qui l’unico giudice del peccato di Giuda è il Signore.

Il libro presenta una quarta caratteristica.

Poiché il devastante giudizio pareva porre fine a ogni speranza di salvezza per Israele e, allo stesso tempo, adempiere le promesse di Dio (cfr. 3: 18), esso è in gran parte redatto in forma di preghiera:

  1. 1:11 è una dolente confessione di peccato (cfr. v. 18);

  2. 3:8 è un’espressione di angoscia, allorché Dio “chiude l’accesso” alla preghiera (cfr. 3: 43-54; Gr 7: 16);

  3. 3:55-59 è un appello al soccorso divino e 3:60-66 un’invocazione del castigo sui nemici (promesso da Gr 50–51);

  4. 5: 1-22 è un appello a una nuova manifestazione della misericordia celeste (promessa in Gr 30–33), sulla base della fiducia nella fedeltà di Dio (3: 23).

Il quinto aspetto è in rapporto a Cristo.

Il pianto di Geremia su Gerusalemme (3: 48-49) è simile al lamento di Gesù sulla stessa città (Mt 23: 37-39; Lu 19: 41-44).

Dio era certamente il giudice e il giustiziere, nondimeno era per lui un dolore dover riversare una tale distruzione.

La sofferenza dei Giudei era certamente anche la sua.

Un giorno, quando il peccato non esisterà più, Dio asciugherà ogni lacrima (Is 25: 8; Ap 7: 17; 21: 4).

Il sesto tema è un monito indiretto a tutti i lettori del libro: se Dio non ha esitato a giudicare il suo amato popolo (De 32: 10), che cosa non esiterà a fare alle nazioni del mondo che rifiutano la sua Parola?

Sfide interpretative

A un primo sguardo, alcuni dettagli presentano delle difficoltà interpretative. Fra questi:

  1. le preghiere di imprecazione con cui si invoca il castigo sui peccatori (1: 21-22; 3: 64-66);

  2. il motivo della divina preclusione alla preghiera (3: 8);

  3. la necessità di un giudizio tanto severo (cfr. 1: 1, 14; 3: 8).

Schema del libro

I primi quattro capp. seguono uno schema alfabetico (modello acrostico): i rispettivi vv. in successione iniziano con le 22 lettere dell’alfabeto ebraico.

I capp. 1–2; 4 sono composti di 22 vv. corrispondenti alle 22 lettere dell’alfabeto, mentre il cap. 3 ne conta 66: ciascuna lettera dell’alfabeto compare all’inizio di 3 vv. consecutivi finché si formino 22 triple, oppure 66 vv. Il cap. 5 non è scritto in ordine alfabetico, quantunque, con i suoi 22 vv., ne ricalchi il modello.

L’ordine acrostico, come nel Sl 119 (dove tutte le 22 lettere dell’alfabeto ebraico compaiono in serie di 8 vv. ciascuna) mirava a facilitare la memorizzazione.

Il libro è strutturato mediante un movimento prima ascendente e quindi discendente, incentrato sulla grande confessione di 3: 22-24: “Grande è la tua fedeltà!”.

Schema del libro

  1. Prima lamentazione: la devastazione di Gerusalemme (1:1-22)

    1. L’affl izione di Geremia (1:1-11)

    2. L’affl izione di Gerusalemme (1:12-22)

  2. Seconda lamentazione: spiegazione delle cause della collera divina (2:1-22)

    1. La prospettiva divina (2:1-10)

    2. La prospettiva umana (2:11-19)

    3. La preghiera di Geremia (2:20-22)

  3. Terza lamentazione: la sconforto di Geremia (3:1-66)

    1. Angoscia (3:1-20)

    2. Speranza (3:21-39)

    3. Consiglio e preghiera (3:40-66)

  4. Quarta lamentazione: la collera divina (4:1-22)

    1. Contro Gerusalemme (4:1-20)

    2. Contro Edom (4:21-22)

  5. Quinta lamentazione: le preghiere del residuo d’Israele (5:1-22)

    1. Appello alla memoria divina (5:1-18)

    2. Appello all’intervento divino di restaurazione (5:19-22)


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Testo tratto da La Sacra Bibbia con note e commenti di John MacArthur

Staff La Casa della Bibbia


 

Pubblicato in: La Bibbia, I Libri

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