Libri della Bibbia: Rut

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Titolo

Le versioni antiche e le traduzioni moderne concordano nel dare a questo libro il nome dell’eroina moabita Rut (Rut ed Ester sono gli unici libri veterotestamentari che hanno per titolo il nome di una donna), il quale vi ricorre diciannove volte (da 1: 4 a 4: 13).

Molto probabilmente “Rut” deriva da un termine moabita e/o ebraico che significa “amicizia”.

La donna:

  • giunse a Betlemme come straniera (2: 10);

  • lavorò come domestica (2: 13);

  • sposò il ricco Boaz (4: 13).

Il suo nome non è citato altrove nelle Scritture, a eccezione di un’unica volta nella genealogia di Cristo (Mt 1: 5; cfr. Ru 4: 18-22).

Autore e data

Benché non sussistano indizi all’interno del libro e neppure testimonianze esterne utili a identificarne con certezza l’autore, la tradizione ebraica attribuisce la paternità di questo libro a Samuele.

Ciò pare plausibile, giacché questi morì solamente dopo aver consacrato Davide (1 S 16: 6-13) re prescelto da Dio (1 S 25: 1).

Questo soave racconto biblico vide infatti la luce durante il regno di Davide

in Israele (1011-971 a.C.) o poco tempo prima, giacché vi trova menzione Davide (4: 17, 22), ma non ancora Salomone.

Pare che Goethe abbia definito quest’opera letteraria impareggiabile, sebbene anonima, “la più squisita opera completa in miniatura”.

Ciò che la Venere di Milo rappresenta per la scultura, la Gioconda di Leonardo per la pittura, Rut lo è per la letteratura.

Contesto e ambiente del libro di Rut

Oltre a Betlemme (1: 1), l’unico riferimento geografico/nazionale presente nel testo è Moab (1: 1-2), regione a est del mar Morto.

Eterno nemico di Israele, questo popolo discendeva da Moab, figlio di Lot, nato dalla sua unione incestuosa con la figlia maggiore (Ge 19: 37).

Alcuni secoli più tardi, i Giudei erano incorsi nell’ostilità del re di Moab, Balac, allorché il profeta Balaam fu interpellato perché li maledicesse (Nu 22–25), dopodiché Moab oppresse Israele per diciotto anni all’epoca dei Giudici (3: 12-30).

Saul combatté vittoriosamente contro i Moabiti (1 S 14: 47), mentre Davide parve intrecciare relazioni amichevoli con questo popolo (1 S 22: 3-4), il quale, tuttavia, tornò in seguito a vessare Israele (2 R 3: 5-27; Ed 9: 1).

Dio maledisse Moab (Is 15–16; Gr 48; Ez 25: 8-11; Am 2: 1-3) a causa del culto idolatra di Chemos che vi si praticava (1 R 11: 7, 33; 2 R 23: 13) e della sua ostilità nei confronti di Israele.

La vicenda di Rut si svolge a cavallo fra “il tempo dei giudici” (1: 1), che regnarono su Israele all’incirca dal 1370 al 1041 a.C. (Gc 2: 16-19), e l’instaurazione della monarchia.

Nel piano di Dio, questa meravigliosa vicenda prende le mosse da una carestia nella terra di Giuda (1: 1).

Poiché Giudici non fa menzione di alcuna carestia, la datazione degli eventi narrati nel libro di Rut è alquanto complessa.

Nondimeno, procedendo a ritroso nel tempo fino alla data certa all’interno della quale s’inserisce il regno di Davide (1011-971 a.C.), è possibile collocare tali eventi all’epoca del giudice in carica, Iair, che espletò il proprio mandato tra il 1126 e il 1105 a.C. ca (Gc 10: 3-5).

Il racconto di Rut copre un periodo di circa undici/dodici anni, suddivisibile come segue:

  1. 1: 1-18, dieci anni a Moab (1: 4);

  2. 1: 19–2: 23, alcuni mesi (da metà aprile a metà giugno) nei campi di Boaz (1: 22; 2: 23);

  3. 3: 1-18, un giorno a Betlemme e una notte nell’aia;

  4. 4: 1-22, circa un anno a Betlemme.

Temi storici e teologici

Tutti gli 85 versetti di Rut furono accolti dagli Ebrei come canonici.

Insieme al Cantico dei Cantici, Ester, Ecclesiaste e Lamentazioni, Rut fa parte dei “cinque rotoli” o Megilloth.

I rabbini sono soliti leggere questi libri in sinagoga in cinque occasioni particolari durante l’anno.

A motivo delle scene agresti della mietitura (capp. 2–3), Rut viene letto in occasione della Pentecoste.

Il libro riprende, da un lato, eventi occorsi al tempo di Giacobbe 900 anni prima circa (4: 11), dall’altro proietta lo sguardo sul futuro regno di Davide, circa un secolo dopo (4: 17, 22).

Laddove Giosuè e Giudici pongono l’accento sull’eredità del popolo e sulla terra promessa, Rut mette a fuoco la genealogia di Davide riconducendone le radici all’epoca dei patriarchi.

Nel libro di Rut emergono almeno sette importanti temi teologici:

  1. In quanto Moabita, Rut esemplifica l’estensione del disegno salvifico di Dio ai pagani (2: 12).

  2. Ella è la dimostrazione che la donna è coerede con l’uomo della grazia salvifica di Dio (cfr. Ga 3: 28).

  3. Rut incarna la donna virtuosa ritratta in Pr 31: 10 (cfr. 3: 11).

  4. Rut mostra come la provvidenza (2: 3) del Dio sovrano (1: 6; 4: 13) assista anche l’individuo apparentemente insignificante, in epoche altrettanto ininfluenti, al fine di adempiere la volontà divina in previsione di eventi di portata colossale.

  5. Rut, al pari di Tamar (Ge 38), Raab (Gs 2) e Bat-Sceba (2 S 11–12), entra a far parte della genealogia messianica (4: 17, 22; cfr. Mt 1: 5).

  6. Boaz, in un certo senso una prefigurazione di Cristo, incarna il parente-redentore (4: 1-12).

  7. Il diritto di Davide (e, quindi, quello di Cristo) al trono di Israele risale a Giuda (4: 18-22; cfr. Ge 49: 8-12).

Sfide interpretative

Quello fornito dal libro di Rut dovrebbe essere inteso come un resoconto di fatti storici realmente accaduti.

Il contesto all’interno del quale si sviluppa la vicenda di Rut è attendibile e del tutto compatibile con quanto riportato in Giudici e in 1 e 2 Samuele: ciò depone a favore dell’autenticità del libro di Rut.

Nondimeno, sussistono singole obiezioni che vanno affrontate con attenzione:

  1. Come poteva Rut adorare nel tabernacolo e poi a Silo, dato che De 23: 3 vietava ai Moabiti di unirsi all’assemblea per dieci generazioni?
    A tale obiezione si potrebbe replicare che, poiché i Giudei erano entrati nel paese all’incirca nel 1405 a.C., e Rut nacque solamente nel 1150 a.C., quella di Rut doveva rappresentare almeno l’undicesima generazione (o una generazione addirittura successiva), ammesso che il divieto si estinguesse realmente alla decima generazione.
    Qualora, al contrario, con il termine “dieci generazioni” si intendesse in senso idiomatico un tempo illimitato (come implicito in Ne 13: 1), allora occorrerebbe considerare il caso di Rut alla stregua di quello dello straniero che si unisce al Signore (Is 56: 1-8; cfr. 1: 16) e acquisisce il diritto di accesso all’assemblea.

  2. Non è immorale che Boaz e Rut trascorrano una notte insieme prima del matrimonio (3: 3-18)?
    Chiedendo a Boaz di essere presa in moglie, Rut si conformava a un’usanza diffusa nel Medio Oriente che prevedeva che l’uomo stendesse un lembo del proprio mantello sulla donna prescelta (3: 9), proprio come Yahweh aveva steso il lembo della propria veste su Israele (Ez 16: 8).
    Il testo non allude ad alcun comportamento moralmente sconveniente, precisando che Rut si limitò a dormire ai piedi di Boaz (3: 14).
    In questo modo, Boaz sarebbe divenuto la risposta divina alla preghiera che egli stesso aveva precedentemente elevato per Rut (2: 12).

  3. Non esisteva il pericolo che la legge del levirato di De 25: 5-6 costituisse un’istigazione all’incesto e/o alla poligamia, qualora il parente più prossimo dello scomparso fosse già sposato?
    Dio non avrebbe mai permesso che un suo buon disegno sottendesse un’immoralità tanto abominevole, all’epoca punibile con la morte.
    Si può supporre che nell’osservanza di De 25: 5-6 fosse coinvolto solamente il parente più prossimo in possesso dei requisiti matrimoniali stabiliti dalla legge.

  4. Non è forse vero che la legge proibiva severamente il matrimonio con una Moabita?
    Occorre rilevare che era fatto espresso divieto di imparentarsi con le nazioni o i popoli che abitavano il paese di cui Israele avrebbe dovuto prendere possesso (Es 34: 16; De 7: 1-3; Gs 23: 12), ma di cui Moab non faceva parte (cfr. De 7: 1).
    Inoltre, colei che Boaz aveva preso in moglie era devota a Yahweh (1: 16-17), non una pagana dedita al culto di Chemos (la divinità principale di Moab; cfr. altre questioni sollevate in Ed 9: 1-2 e Ne 13: 23-25).

Schema del libro

  1. Le vicissitudini di Elimelec e di Naomi a Moab (1:1-5)

  2. Naomi e Rut fanno ritorno a Betlemme (1:6-22)

  3. Boaz accoglie Rut nel suo campo (2:1-23)

  4. L’idillio di Rut e Boaz (3:1-18)

  5. Boaz riscatta Rut (4:1-12)

  6. Dio ricompensa Boaz e Rut con la nascita di un figlio (4:13-17)

  7. Il diritto legittimo di Davide al trono di Giuda (4:18-22)


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Testo tratto da La Sacra Bibbia con note e commenti di John MacArthur

Staff La Casa della Bibbia

Pubblicato in: La Bibbia, I Libri

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