Libri della Bibbia: 1 Re e 2 Re

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Titolo

Il primo e il secondo libro dei Re costituivano originariamente un’unica opera, che il testo ebraico intitolava “i Re” secondo la prima parola dell’incipit di 1: 1.

Nella traduzione greca dell’Antico Testamento (LXX), seguita dalla Vulgata e dalle traduzioni in lingua corrente, il libro è suddiviso in due parti.

Tale suddivisione fu operata per praticità e senza alcun particolare criterio contestuale, al solo scopo di agevolare la trascrizione di quest’opera alquanto voluminosa su rotoli e codici.

Le odierne Bibbie ebraiche intitolano i due libri “Re A” e “Re B”.

La LXX e la Vulgata correlavano 1 e 2 Re con 1 e 2 Samuele: la LXX recava, pertanto, il titolo di “terzo e quarto libro dei Regni”, laddove la Vulgata recitava “terzo e quarto libro dei Re”.

Queste opere congiunte costituiscono la cronistoria delle monarchie di Giuda e di Israele, dal regno di Saul al regno di Sedechia.

1 e 2 Cronache riportano le vicende della sola monarchia di Giuda.

Autore e data

La tradizione ebraica attribuisce la paternità dell’opera a Geremia; nondimeno è poco probabile che egli ne sia l’autore, giacché gli eventi finali riportati nel libro (vd. 2 R 25: 27-30) si verificarono a Babilonia nel 561 a.C.

All’epoca Geremia, che non si recò mai a Babilonia bensì in Egitto (Gr 43: 1-7), avrebbe avuto almeno 86 anni.

In sostanza, l’identità dell’autore rimane ignota.

In considerazione dell’enfasi posta sul ministero dei profeti è lecito supporre che i libri dei Re siano stati compilati da un anonimo profeta del Signore, deportato a Babilonia con il popolo d’Israele.

I libri dei Re furono presumibilmente scritti fra il 561 e il 538 a.C.

L’ultimo evento riportato (2 R 25: 27-30) segna la data della prima stesura e, considerata l’assenza di qualsiasi accenno alla fine della deportazione babilonese, si deduce che la composizione debba essere avvenuta prima della liberazione dall’esilio (538 a.C.).

Tale data viene spesso messa in discussione dalle varie pretese fuorvianti di attualità, quali la locuzione “fino a oggi” in 1 R 8: 8; 9: 13, 20-21; 10: 12; 12: 19; 2 R 2: 22; 8: 22; 10: 27; 14: 7; 16: 6; 17: 23, 34, 41; 21: 15.

Nondimeno, tali affermazioni sono preferibilmente intese come parti integranti delle fonti usate dall’autore anziché sue effettive affermazioni.

È chiaro che, per compilare quest’opera, l’autore attinse a parecchie fonti, fra cui il “il libro delle gesta di Salomone” (1 R 11: 41), il “libro delle Cronache dei re d’Israele” (1 R 14: 19; 15: 31; 16: 5, 14, 20, 27; 22: 39; 2 R 1: 18; 10: 34; 13: 8, 12; 14: 15, 28; 15: 11, 15, 21, 26, 31) e il “libro delle Cronache dei re di Giuda” (1 R 14: 29; 15: 7, 23; 22: 46; 2 R 8: 23; 12: 19; 14: 18; 15: 6, 36; 16: 19; 20: 20; 21: 17, 25; 23: 28; 24: 5).

Inoltre, le informazioni riportate in 2 R 18: 9–20: 19 sono tratte da Is 36: 1–39: 8, laddove quelle di 2 R 25: 27-29 paiono provenire da Gr 52: 31-34.

Con tale premessa si assume l’esistenza di un singolo autore ispirato, vissuto a Babilonia durante l’esilio, che si servì della documentazione precedente all’esilio di cui disponeva.

Contesto e ambiente di 1 Re e 2 Re

Occorre distinguere tra l’ambiente contestuale alle fonti del libro e quello in cui visse l’autore.

I documenti da cui furono tratte le informazioni erano stati redatti dai protagonisti e dai testimoni oculari degli eventi qui riportati.

Si trattava di dati attendibili e storicamente precisi concernenti i figli di Israele, dalla morte di Davide e l’ascesa di Salomone (971 a.C.), fino alla distruzione di Gerusalemme e del tempio a opera dei Babilonesi (586 a.C.).

Pertanto i libri dei Re investigano le storie di due regni e di due popoli ribelli, Israele e Giuda, entrambi allontanatisi dalla legge di Dio e dai suoi profeti e destinati alla deportazione.

I libri dei Re non sono solamente un attento compendio di storia, ma anche di interpretazione storica.

L’autore, esule a Babilonia, desiderava comunicare ai connazionali in esilio le lezioni della storia d’Israele.

In particolare, spiegava alla comunità di esuli il motivo che aveva spinto il Signore a condannarli alla deportazione.

Nel suo racconto l’autore non tarda infatti a svelare che, per benedirne il regno, il Signore esigeva dai re l’ubbidienza alla legge mosaica; la disubbidienza avrebbe comportato l’esilio (1 R 9: 3-9).

La triste realtà ci insegna che tutti i re d’Israele, e gran parte di quelli di Giuda, “fecero ciò che è male agli occhi del SIGNORE”.

Questi empi sovrani apostatarono, spingendo il popolo a peccare, non ostacolandone l’idolatria ma, al contrario, assecondandola.

A causa dei fallimenti del re, il Signore inviava i suoi profeti a rimproverare il monarca e il popolo per le rispettive colpe, ricordando loro la necessità di tornare a lui.

Poiché il loro messaggio fu rifiutato, i profeti preannunciarono l’esilio per il popolo (2 R 17: 13-23; 21: 10-15).

Come tutte le profezie annunciate dai profeti nei libri dei Re, l’oracolo del Signore si avverò (2 R 17: 5-6; 25: 1-11).

I libri dei Re fornivano al popolo un’interpretazione dell’esilio, aiutandolo a discernervi il castigo per la propria idolatria.

Spiegavano inoltre che Dio era disposto ad adottare verso il popolo la stessa misericordia usata verso Acab (1 R 22: 27-29) e verso Ioiachin (2 R 25: 27-30).

Dal punto di vista geografico, lo sfondo degli avvenimenti narrati nei due libri è costituito prevalentemente dal territorio di Israele, da Dan a Beer-Sceba (1 R 4: 25), comprese le terre oltre il Giordano.

Quattro popoli invasori ebbero un ruolo predominante nelle vicende di Israele e di Giuda dal 971 al 561 a.C.

  1. Nel X sec. a.C. l’Egitto s’inserì nella storia d’Israele, durante il regno di Salomone e di Roboamo (1 R 3: 1; 11: 14-22, 40; 12:2; 14: 25-27).

  2. La Siria (Aram) costituì una forte minaccia alla sicurezza di Israele nel IX sec. a.C., all’incirca fra gli anni 890-800 a.C. (1 R 15: 9-22; 20: 1-34; 22: 1-4, 29-40; 2 R 6: 8–7: 20; 8: 7-15; 10: 32-33; 12: 17-18; 13: 22-25).

  3. Nel periodo 800-750 a.C. seguì circa mezzo secolo di pace e di prosperità per Israele e Giuda, poiché l’Assiria aveva neutralizzato la Siria e non costituiva una minaccia per il sud.
    La situazione mutò durante il regno di Tiglat-Pileser III (2 R 15: 19-20, 29).
    Dalla metà dell’VIII sec. fino alla fine del VII sec. a.C., l’Assiria sparse il terrore in tutta la regione e infine conquistò e distrusse Israele (il regno del nord) nel 722 a.C. (2 R 17: 4-6) e assediò Gerusalemme nel 701 a.C. (2 R 18: 17–19: 37).

  4. Dal 612 al 539 a.C. Babilonia fu la principale potenza del mondo antico.
    Babilonia invase Giuda (il regno del sud) tre volte; in occasione del terzo attacco, avvenuto nel 586 a.C., furono distrutti Gerusalemme e il tempio (2 R 24: 1–25: 21).

Temi storici e teologici

Si è detto, dunque, che i libri dei Re trattano essenzialmente della storia dei figli d’Israele nel periodo dal 971 al 561 a.C.

  1. Una prima sezione (1 R 1: 1–11: 43) considera l’ascesa e il regno di Salomone (971–931 a.C.).

  2. La storia dei due regni divisi di Israele e di Giuda (931–722 a.C.) è narrata in 1 R 12: 1–2 R 17: 41.
    L’autore ha disposto il materiale in modo tale da consentire una visione pressoché sinottica delle vicende dei due regni, quello del nord e quello del sud.
    Ogni regno è descritto seguendo un preciso canovaccio.
    Ciascun re è presentato con:

    1. nome e relazione con il proprio predecessore;

    2. data di insediamento, espressa con l’anno di regno del sovrano coevo della monarchia contrapposta;

    3. età del re all’epoca dell’insediamento (solo per i re di Giuda);

    4. durata del regno;

    5. capitale del regno;

    6. matronimico (solo per Giuda);

    7. valutazione critica delle caratteristiche spirituali del regno.

    A tale introduzione segue la narrazione degli eventi sopraggiunti durante il governo di ciascun sovrano.
    I dettagli di tale narrazione variano sensibilmente.
    Per ciascun regno, il resoconto si conclude con: a) citazione delle fonti; b) ulteriori note storiche; c) necrologio del re; d) luogo di sepoltura del re; e) nome del successore; f) un poscritto (in alcune circostanze, p. es.: 1 R 15: 32; 2 R 10: 36).

  3. Il periodo in cui sussistette il solo regno di Giuda (722-586 a.C.) è descritto in 2 R 18: 1–25: 21.

  4. Due paragrafi conclusivi si soffermano sugli avvenimenti successivi all’esilio babilonese (2 R 25: 22-26, 27-30).

Nei libri dei Re si evidenziano tre particolari temi teologici.

  1. Il Signore giudicò Israele e Giuda a causa delle trasgressioni del popolo alla sua legge (2 R 17: 7- 23).
    L’infedeltà del popolo fu incoraggiata dall’apostasia di re malvagi, che ne provocarono l’idolatria (2 R 17: 21-22; 21: 11).
    Il Signore scatenò, pertanto, la sua legittima ira contro il popolo ostinato.

  2. La profezia dei veri profeti si avverò (1 R 13: 2-3; 22: 15-28; 2 R 23: 16; 24: 2), a riprova della fedeltà di Dio alla propria Parola, ivi comprese le minacce di castigo.

  3. Il Signore si ricordò della promessa fatta a Davide (1 R 11: 12-13, 34-36; 15: 4; 2 R 8: 19).
    Benché i sovrani della linea davidica gli si fossero ribellati, il Signore non pose fine alla casa di Davide, come invece fece con le dinastie di Geroboamo I, di Omri e di Ieu in Israele.


Perfino al termine del libro la linea di Davide continuava ad esistere (2 R 25: 27-30).

Sussiste pertanto la speranza nella futura “discendenza” di Davide (vd. 2 S 7: 12-16).

Il Signore è visto come Dio fedele, la cui Parola è degna di fiducia.

Sfide interpretative

Nei libri dei Re la principale sfida interpretativa consiste nella cronologia dei regni di Israele e di Giuda.

Nonostante la dovizia dei particolari forniti, l’interpretazione della cronologia è problematica per due motivi.

Prima sfida

Pare esservi una certa incongruenza all’interno delle informazioni fornite.

Per esempio, 1 R 16: 23 indica che Omri, re d’Israele, iniziò a regnare nel 31° anno del regno di Asa, re di Giuda, e che il suo regno durò dodici anni.

Tuttavia, in 1 R 16: 29 si legge che Omri lasciò il trono al figlio Acab nel 38° anno di Asa, dopo un regno di soli sette anni, e non di dodici.

Inoltre da fonti extrabibliche (greche, siriane e babilonesi), messe in correlazione con i dati astronomici, è possibile calcolare una serie di date certe nel periodo 892–566 a.C.

Supponendo che Acab e Ieu, re d’Israele, siano menzionati nelle cronache assire, è possibile collocare la morte di Acab nell’anno 853 a.C. e l’inizio del regno di Ieu nell’anno 841 a.C.

Grazie a queste date certe, è possibile procedere in avanti e a ritroso e collocare la data dello scisma fra Israele e Giuda all’incirca nel 931 a.C., la caduta di Samaria nel 722 a.C. e la caduta di Gerusalemme nel 586 a.C.

Nondimeno, sommando gli anni complessivi dei regni, la cifra relativa a Israele è di 241 anni (non i 210 anni compresi tra il 931 e il 722 a.C.) e quella relativa a Giuda di 393 anni (non i 346 anni compresi tra il 931 e il 586 a.C.).

Si deve tuttavia considerare, per entrambi i regni, l’esistenza di alcuni periodi di coreggenza, ossia di governo congiunto di due sovrani, solitamente padre e figlio, con conseguenti accavallamenti e doppio computo degli anni di regno complessivi.

Inoltre, il computo degli anni di regno dei vari sovrani fu effettuato con metodi differenti, talvolta con calendari differenti, in tempi differenti dei due regni: ciò ha dato luogo ad alcune apparenti incongruenze.

In genere, la precisione della cronologia dei Re può essere dimostrata e confermata.

Seconda sfida

Una seconda importante sfida consiste nello stabilire una relazione tra la figura di Salomone e i patti conclusi da Dio con Abraamo e Davide.

  1. Secondo alcuni, 1 R 4: 20-21 costituirebbe l’adempimento delle promesse fatte ad Abraamo (cfr. Ge 15: 18-21; 22: 17). Stando a Nu 34: 6, il confine occidentale della terra promessa ad Abraamo sarebbe stato il mar Mediterraneo; nondimeno, in 1 R 5: 1ss. Chiram è presentato come il re indipendente di Tiro (sul mare Mediterraneo), il quale trattava con Salomone da pari a pari.
    L’impero di Salomone non costituì, pertanto, la realizzazione della promessa del Signore ad Abraamo, sebbene gran parte del territorio fosse effettivamente sotto il controllo di Salomone.

  2. Con le sue affermazioni di 1 R 5: 5 e 8: 20, Salomone pretendeva di incarnare la discendenza promessa nel patto davidico (cfr. 2 S 7: 12-16).
    L’autore dei libri dei Re non esclude che la realizzazione della promessa del Signore a Davide riguardasse il tempio di Salomone.
    Nondimeno, le condizioni per la realizzazione della promessa fatta a Davide furono rinnovate a Salomone (1 R 6: 12), ma è chiaro che egli non vi si conformò (1 R 11: 9-13).
    Di fatto, nessuno dei re storici della casa di Davide si adeguò a quel modello di ubbidienza totale, che avrebbe invece costituito un tratto caratteristico di colui che era stato promesso.
    Stando ai libri dei Re, l’adempimento dei patti di Abramo e di Davide non ebbe luogo nel passato di Israele, gettando così i presupposti per i profeti posteriori (Isaia, Geremia, Ezechiele e i dodici profeti “minori”), i quali avrebbero indicato a Israele una futura speranza sotto il Messia, colui che adempirà tutti i patti (vd. Is 9: 6-7).

Schema dei libri

Poiché la suddivisione di 1 e 2 Re è stata operata arbitrariamente a metà della narrazione relativa al regno di Acazia in Israele, lo schema seguente s’intende valido per entrambi i libri.

Schema del libro

  1. Il regno unito: il regno di Salomone (1 R 1:1–11:43)

    1. Ascesa al trono di Salomone (1 R 1:1–2:46)

    2. Gli esordi: saggezza e ricchezze di Salomone (1 R 3:1–4:34)

    3. Preparativi per la costruzione del tempio (1 R 5:1-18)

    4. Costruzione del tempio e del palazzo di Salomone (1 R 6:1–9:9)

    5. Altri progetti di costruzione di Salomone (1 R 9:10-28)

    6. Apice della saggezza e della prosperità di Salomone (1 R 10:1-29)

    7. Declino di Salomone (1 R 11:1-43)

  2. Divisione del regno: i regni di Israele e di Giuda (1 R 12:1–2 R 17:41)

    1. Diffusione del paganesimo: Geroboamo I e Roboamo (1 R 12:1–14:31)

    2. I re di Giuda e di Israele (1 R 15:1–16:22)

    3. Dinastia di Omri e sua infl uenza: ascesa e declino del culto di Baal in Israele e in Giuda (1 R 16:23–2 R 13:25)

      1. Introduzione del culto di Baal (1 R 16:23-34)

      2. Elia contrasta il culto di Baal (1 R 17:1–2 R 1:18)

      3. Influenza di Eliseo riguardo al vero Dio (2 R 2:1–9:13)

      4. Il culto di Baal viene estirpato da Israele (2 R 9:14–10:36)

      5. Il culto di Baal viene estirpato da Giuda (2 R 11:1–12:21)

      6. Morte di Eliseo (2 R 13:1-25)

    4. I re di Giuda e di Israele (2 R 14:1–15:38)

    5. Gli Assiri sconfi ggono e deportano Israele (2 R 16:1–17:41)

  3. Il regno superstite: i re di Giuda (2 R 18:1–25:21)

    1. Ezechia, re giusto (2 R 18:1–20:21)

    2. Monarchia corrotta: Manasse e Amon (2 R 21:1-26)

    3. Giosia, re giusto (2 R 22:1–23:30)

    4. Sconfi tta ed esilio di Giuda a Babilonia (2 R 23:31–25:21)

  4. Epilogo: persistente ribellione del popolo e costante misericordia del Signore (2 R 25:22-30)



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Testo tratto da La Sacra Bibbia con note e commenti di John MacArthur

Staff La Casa della Bibbia

Pubblicato in: La Bibbia, I Libri

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