La Parola di Dio per tutte le razze

Hai acquistato a Dio, con il tuo sangue, gente di ogni tribù, lingua, popolo e nazione (Apocalisse 5:9)
“Se fossi in prigione e non potessi prendere con me che un solo libro, sceglierei la Bibbia”. Goethe.
“Sappiate che il libro più filosofico, il più popolare, il più eterno, è la Santa Scrittura. Disseminate dunque le campagne di Evangeli, una Bibbia per capanna”. Victor Hugo.
“È lì che io attingo, come la pianta dal suolo, i succhi nutritivi della mia giovane intelligenza”. Lamartine.
“Tutta la Bibbia è un concerto sublime i cui accordi, dettati da Dio stesso, sono come il preludio, ora gioioso ora malinconico, umile e trionfante, del concerto eterno dei cieli”. Alexandre Vinet.
“La santa Scrittura non è una scienza dello spirito, ma del cuore. Essa non è comprensibile che per coloro che hanno un cuore retto”. Pascal.
“Noi vogliamo, con il soccorso di Dio, proclamare sempre più forte e più fermamente le grandi verità evangeliche, cioè la divina autorità di tutta la Parola di Dio”. Henri Dunant.
“Noi ci basiamo con sicurezza sulla roccia incrollabile della santa Scrittura”. Gladstone.
 “La Bibbia è uno dei libri più sorprendente del mondo; infatti, ogni volta che la si apre, un certo passaggio familiare, che si è letto migliaia di volte si illumina di uno splendore nuovo”. Presidente T.W. Wilson.

Si potrebbero riportare altre testimonianze concordanti. Uomini eminenti hanno reso omaggio alla Bibbia, perché la Parola di Dio ha conferito loro la vera grandezza del genio che sa chinarsi di fronte all'Onnipotente.

La Bibbia è il libro universale; si è imposta per il suo carattere trascendente, come per l'impatto che ha prodotto sulle civilizzazioni, in tutte le epoche, a tutti i livelli della scala sociale, in tutte le cultu­re e a tutte le latitudini.

Inoltre, la Chiesa Cattolica, rimasta per secoli refrattaria alla propagazione delle Scritture, non può più eludere le aspirazioni dei fedeli desiderosi di conoscere la Parola di Dio.  Fenomeno mondiale, un movimento di rinnovamento biblico si fece strada nelle parrocchie aperte alle nuove idee durante questi ultimi decenni. Di conseguenza, nuove traduzioni furono approvate dalla chiesa romana in diverse lingue. Per molti anni, la Bibbia Crampon fu la principale edizione cattolica dotata di imprimatur.

Poi vi si aggiunsero le versioni di Buzy, del cardinale Lienart, dei monaci di Maredsous, dell'Isti­tuto Biblico di Gerusalemme, il Nuovo Testamento Letuozey, la Bibbia illustrata Pirot Clamer e quella del canonico Osty (22 volumi).Tutte queste traduzioni sono provviste di commentari.

Al tempo delle fondazione della prima Società Biblica nel 1804, la santa Scrittura era tradotta solo in un centinaia di lingue. Ora, già nel 1900, esisteva, in tutta o in parte, in circa 500 lingue. Si può immaginare lo sforzo considerevole intrapreso dai pionieri dell'Evangelo sui cinque continenti, già in questo 19° secolo che segnò il più grande progresso delle conquiste missionarie.

Giunti sul loro campo di azione, i servitori di Dio furono posti di fronte ad un imperativo: la ne­cessità di tradurre la Parola divina nella lingua del paese. Se volevano che la terra delle loro fatiche si rivelasse feconda, bisognava gettare il seme a piene mani.

Solo a queste condizioni, potevano sperare una messe di anime salvate. Ora il seme è il testo bibli­co: siete stati rigenerati non da seme corruttibile, ma incorruttibile, cioè mediante la parola vivente e permanente di Dio. (1Pietro 1:23).

Giganti della fede si impegnano corpo e anima nel duro lavoro di traduzione. Soldati mandati dal loro Capo divino alla prima linea del fronte, sostenevano un combattimento eroico. Molti vi lasciarono la loro salute e anche la loro vita. Certe popolazioni erano persuase che i missionari fossero venuti da loro per rubare l'anima del loro popolo, impadronendosi del loro dialetto; vollero vendicarsi; ci furono dei martiri. Negli annali dell'eternità, è probabile che sarà ri­servato un posto speciale a questa gloriosa conquista della Chiesa di Gesù Cristo: la traduzione delle Sante Scritture.

Certe lingue non erano mai state scritte; fu necessario creare un alfabeto e adattarvi nuovi caratteri di stampa, fissare una grammatica e un repertorio di parole. Infine, problema molto importante, fu compito dei missionari scoprire i termini che permettessero di rendere le espressioni chiave della fede cristiana in dialetti in cui i dati astratti sembrano quasi inesistenti.

Nelle isole Figi, un traduttore incontrò difficoltà considerevoli. Come rendere un versetto dell'impor­tanza di Romani 5:1: Giustificati dunque per fede, abbiamo pace con Dio, quando questa tribù sempre in guerra non disponevano, nel vocabolario, di alcun termine equivalente a "pace",  "fede" e "giustizia"?

Talvolta si dovette ricorrere a interpretazioni molto pittoresche. In lingua Kulivin (Nuove Ebridi), credere si dice trangugiare. È per lo meno suggestivo! In un dialetto delle Montagne Rocciose, la "corona incorruttibile" prende una forma inattesa: "un cappello che non si consuma mai".

In Angola. Dr. Hatchkiss cercò invano per anni il termine più appropriato per "Salvatore". Un gior­no, un indigeno che gli raccontava come aveva liberato un altro missionario dall'attacco di un leone, Il Dr. Hatchkiss si affrettò ad interromperlo, per essere sicuro di aver capito bene: - L'hai dunque "salvato" dal leone?

- Sì, si è così.

- Bene, Kikuvi, ecco il termine che io cerco giorno e notte da quattro anni, poiché sono ve­nuto presso la vostra tribù per dirvi che il Signore è venuto a "salvarvi".....

Come far comprendere agli indigene della Nigeria l'espressione "bianco più che neve", quando essi non hanno mai visto la neve?

Per analogia, i traduttori scelsero "bianco come cotone".

Come presentare l'Agnello di Dio agli Esquimesi che non hanno mai visto altri quadrupedi oltre la renna, l'orso e il cane?

Per esempio, in un dialetto del Pacifico, fu necessario precisare in fondo alla pagina: "Il bue è un animale con un peso di circa dieci volte superiore a quello di un maiale". E i cinesi, come potrebbero cogliere il senso della sovranità di Cristo seduto alla destra di Dio, quando in Estremo Oriente il posto d'onore si trova a sinistra? Anche in questo caso, il testo fu completato con una piccola spiegazione.

È capitato che ci si accorga di errori di traduzione dopo la stampa degli Evangeli in lingua locale. Nelle Indie, un impiegato dell'amministrazione si stupì del fatto che gli indigeni si rappresentavano il Dio dei cristiani di colore azzurro. Questa derivava da un'errata interpre­tazione della preghiera domenicale in cui, per l'espressione "nostro Padre celeste", aveva usato un aggettivo riferito alla tinta del cielo piuttosto che al carattere. Naturalmente, nell'edizione successiva fu apportato una rettifica a questo malinteso.

È però a partire dalla seconda guerra mondiale che la traduzione biblica si organizzo in modo coerente, scientifico e razionale, su scala universale. La Missione dei traduttori Wy­cliffe, fondata da Cameron Townsend negli anni trenta, ha creato istituti linguistici in cui i futuri pionieri sono sistematicamente preparati ai problemi di fonologia, di morfologia, di sintassi e di lessicologia che li attendono sul campo missionario. Essi possono ormai trarre profitto dalle esperienze di altri traduttori nelle regioni più diverse. Da parte loro, le società bibliche raccomandano le tecniche acquistate nel corso dei lunghi anni in tutti i continenti, istituendo manuali di informazione, di istruzione e di applicazione, per facilitare il compito dei traduttori biblici.

Oggi, ognuno di loro trae profitto da questa messa in comune dei risultati ottenuti su tutta la faccia della terra, nel corso di tante battaglie condotte da una legione di pionieri dell'Evan­gelo. I traduttori moderni non lottano più soli, si sentono spalleggiati; consiglieri molto competenti sono costantemente a loro disposizione; se devono interrompere la loro opera, altri missionari-linguisti possono sostituirli senza ricominciare tutto da zero, perché sono stati formati alla stessa scuola.

Al momento attuale, oltre 3000 servitori e serve di Dio consacrano le loro forze, le loro competenze e spesso tutto il loro tempo alla traduzione della Scrittura in lingua in cui essa non esiste.

Dal 1945 al 1971, porzioni delle Sacre Scritture sono state pubblicati in più di 300 nuove lingue; at­tualmente, la Parola di Dio esiste in circa 1800 lingue . E questi sforzi si susse­guono ad un ritmo sempre più rapido. Bisogna anche dire che le campagne per l'alfabetiz­zazione e l'istruzione obbligatoria nelle lingue correnti fanno sparire progressivamente certi idiomi secondari. Si può quindi affermare che attualmente il 98 per cento della popolazione mondiale dispone di una parte della Scrittura nella sua lingua materna.

Tuttavia, restano più di 3000 lingue in cui tutto resta ancora da fare. La Missione dei Tra­duttori Wycliffe si è prefissa un obbiettivo: se il ritorno del Signore non interviene nel frat­tempo, tutte le tribù della terra dovrebbero avere accesso al testo biblico tradotto nella loro lingua materna nell'anno 2000. Non è questo nell'ottica dell'Apocalisse, che intravede il cantico universale di lode? È scritto: hai acquistato a Dio, con il tuo sangue, gente di ogni tribù, lingua, popolo e nazione, e ne hai fatto per il nostro Dio un regno e dei sacerdoti; e regneranno sulla terra (Apocalisse 5:9, 10).

Altre opere suscitate da Dio si sono proposte obbiettivi simili. La Missione per Dischi ha già registrato testi biblici o messaggi evangelici in 3750 dialetti. Grazie ad essa, migliaia di grammofoni a manovella dal funzionamento elementare sono stati consegnati agli indigeni delle tribù più primitive, dando loro la possibilità di ascoltare un messaggio che l'apparecchio ripeterà loro centinaie di volte, se necessario.

Che dire poi delle emissioni radio evangeliche, diffuse 24 ore su 24 in tutte le regioni del globo, da un numero crescente di stazioni consacrate interamente alla proclamazione dell'Evangelo sulle onde? Questi programmi vengono accettati anche da diverse stazioni commerciali o nazionali. si può affermare che il 90 per cento della popolazione mondiale può ascoltare oggi la Parola di Dio predicata alla radio.

Infine, il nostro decennio vede i primi successi delle presentazioni evangeliche alla televi­sione, che producono un impatto ancora più decisivo sugli individui. Senza presunzione, si può affermare che le tecniche più perfezionate  dei mass-media sono messe al servizio della diffusione della Santa Scrittura.

La Bibbia, libro universale,  Dio l'ha voluto così. Gesù Cristo ha dato la sua Parola al mondo. dagli apostoli del I sec. ai missionari del XX sec., legioni sono coloro che si sono consacrati all'opera di diffondere la sacra Scrittura. Ciononostante, non pensiamo che essa si rivolga ormai unicamente agli Zulù, agli Aucas o ai selvaggi della Polinesia.

La Bibbia è il più grande tesoro dell'uomo moderno. Essa precorre le civiltà e i bisogni dell'anima umana. La Bibbia, è il libro del giorno, che spiega i problemi di ieri e apre le prospettive di domani. Il mondo va alla deriva. Ma la Bibbia è un faro nella tempesta. Se vi è un'epoca della storia in cui la Parola di Dio riveste pienamente il suo ruolo, è proprio la nostra: La tua parola è una lampada al mio piede e una luce sul mio sentiero. (Salmo 119:105).

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