46.000 lettere di piombo limate a mano

Affinché, 18 secoli prima di Cristo, gli scrittori sacri potessero iniziare il loro lavoro, Dio aveva permesso due scoperte: la scrittura alfabetica e i papiri.

1.200 anni più tardi, si era servito dei gusti letterari di un re egiziano affinché l'Antico Testamento fosse tradotto in greco, la prima lingua «universale» della storia; nel momento in cui le legioni romane tracciavano numerose strade, il messaggio divino doveva preparare il mondo ad un avvenimento capitale: la venuta di Gesù Cristo.

Il XV secolo dell'era cristiana vedrà nascere una scoperta umana che verrà usata da Dio in favore della sua santa Parola. È la fine del Medioevo.

La fabbricazione della carta si diffonde sempre di più. Idee nuove si fanno strada a poco a poco nel labirinto delle tradizioni e delle superstizioni. I precursori della Riforma predicano coraggiosamente il potere liberatore dell'Evangelo e pagano spesso questa audacia con la vita.

Tuttavia, la diffusione dei loro messaggi è limitata: ci vogliono anni perché un copista, lavorando dodici ore al giorno, compili un manoscritto.

Finché la situazione rimarrà tale, gli uomini non potranno ricevere tutto il nutrimento spirituale al quale aspirano. Per più di mille anni, artisti vestiti di abiti in lana grezza si sono chinati sui testi sacri; li hanno trascritti con la loro più bella scrittura, specchio di un'epoca in cui ci si prendeva il tempo di scrivere la Bibbia in calligrafia. Gli scrivani lavoravano fino a che la morte veniva a strappare la loro penna di mano; allora se ne presentavano altri per completare l'opera iniziata. Il testo biblico sopravviveva alle generazioni, anche se migliaia di individui ne erano privi. Nonostante il loro prezzo esorbitante, i manoscritti biblici trovavano quasi sempre acquirenti. I conventi, in cui questi documenti venivano preparati, non disdegnavano questa fonte di guadagno. Piano piano, l'idea del profitto si fece strada. Succedeva che in certi monasteri, i monaci si organizzavano per lavorare insieme: ravvicinavano gli scrittori, uno di essi si metteva a dettare, mentre cinque, dieci o venti altri scrivevano.

Le biblioteche dei castelli, dei monasteri o dei palazzi si arricchivano, e il numero dei privilegiati che avevano accesso al testo sacro aumentò a poco a poco.

Ciononostante, il ritmo di diffusione della Santa Scrittura era ancora ben troppo lenta. Soltanto pochi fortunati potevano acquistare manoscritti biblici; inoltre, la maggioranza di questi scritti non erano redatti nella lingua corrente, ma in latino e in greco, riservati dunque a pochi iniziati.

È vero che, dal XIV sec. in avanti, l'invenzione della xilografia (arte di incidere il legno per ottenete una matrice per stampare delle immagini) favorì gli illetterati: le Bibbie scritte a mano venivano poi decorate di illustrazioni; gli eruditi leggevano il testo, mentre la gente del popolo doveva accontentarsi delle immagini.

Se, nel XVI sec., la Riforma poté mettere la Bibbia in mano alle folle, il Signore aveva preparato questa offensiva spirituale utilizzando, nel XV sec., l'invenzione di un semplice artigiano.

Un semplice artigiano? Olandesi, Italiani. Francesi e Tedeschi rivendicavano tutti l'onore dell'invenzione della stampa: Laurens Janszon de Coster di Hoarlem, Castaldi di Feltre, Ozzaguidi di Bologna, Di Lavagna di Milano, Zorato di Parma, Joannes Brito di Bruges, Prohop Waldvogel di Avignone, e molti altri ancora sarebbero stati i pionieri della fabbricazione dei caratteri mobili. La storia ha conservato il nome di Johannes Gensfleisch detto Gutenberg: il primo a stampare la Bibbia.

La fabbricazione di lettere di piombo lavorate a mano era molto onerosa; bisognava anche fabbricare le presse azionate da leve in legno. Gli operai chiamati a lavorare in una tipografia dovevano avere molta forza oltre ad essere molto minuziosi, e queste due qualità non sempre si conciliano.

Nel 1444, Gutenberg deve lasciare Strasburgo senza aver potuto realizzare la sua intuizione geniale. A detta di alcuni storici, fu nell'anno successivo, a Magonza, che esce dalle sue stampatrici il primo foglio stampato.

Nel 1450, l'artigiano intraprende i lavori preparatori di quella che sarà la grande opera della sua vita, la stampa della Bibbia latina.

Si assicurò in anticipo il contributo di un ricco commerciante, Johannes Furt, che gli anticipò 1600 ducati. Somma ragguardevole, se si pensa che egli dovrà fondere 46.000 lettere di piombo, ognuna delle quali deve essere limata a mano, per essere resa pulita e senza sbavature. Gutenberg vuole che la qualità del suo lavoro superi quella dei testi scritti in calligrafia.

La sua Bibbia non sarà soltanto stampata su carta; molti esemplari saranno pubblicati su pergamena; sono necessari 340 fogli per ogni esemplare.

Dopo due anni di preparativi, il lavoro inizia. Sei compositori lavorano con Gutenberg. Impiegano dodici ore per comporre una pagina e un'ora per stampare dieci copie di ogni pagina. Ogni foglio viene poi appeso perché si asciughi.

Si lasciano in bianco le iniziali che saranno poi dipinte a mano da un miniatore di manoscritti. Tutti i titoli sono riccamente decorati in lettere rosse.

Nel 1456 esce il primo libro stampato, la Bibbia Vulgata latina detta «42 righe», perché presenta 42 righe di testo su ogni foglio. È un capolavoro che i tipografi moderni non si stancano di ammirare. Dei circa 150 esemplari di questa edizione storica, 47 sono stati ritrovati, tesori contesi dai musei di tutto il mondo.

Più tardi, Gutenberg intraprenderà la stampa della Bibbia Vulgata a 36 righe, quindi a caratteri più grandi, sarà rilegata in tre volumi; benché di esecuzione notevole, non raggiungerà tuttavia il livello di tecnica della Bibbia a 42 righe, monumento artistico insuperabile, che commemora degnamente l'invenzione che trasformerà il mondo.

Gutenberg era iscritto alla corporazione degli orafi. A partire dal 1462, molti artigiani in questa professione divennero a loro volta tipografi.

Nel 1464, Albrecht Pfister, allievo di Gutenberg, ha già stampato tre diverse edizioni della Bibbia. Nel 1466, Mentelin di Strasburgo pubblica la prima Bibbia in tedesco; disponendo di caratteri più ridotti, essa inaugura la serie delle Bibbie in un volume. Mentre i primi esemplari della Bibbia di Gutenberg si vendevano da 20 o 40 fiorini, quest'ultima ne costava 12 circa.

La scoperta si diffondeva a macchia d'olio. Dappertutto, tipografi aprirono laboratori e stamparono la Bibbia. Ad Augusta, Norimberga, Colonia, Amburgo; in Olanda, in Francia, in Spagna, in Italia, legioni di artigiani si improvvisavano tipografi. Non appena hanno messo a punto la loro tecnica, vogliono farsi un nome; il mezzo migliore per raggiungere lo scopo è pubblicare la Santa Scrittura in una nuova presentazione: Bibbie illustrate, Bibbie con commentari, Bibbie con paralleli greci ed ebraici e soprattutto in lingua corrente: tedesco, francese, olandese, ceco, polacco, svedese, russo, italiano, spagnolo ed anche etiope.

Prima della riforma, 70.000 Bibbie complete e più di 100.000 Nuovi Testamenti sono già stati stampati nell'Europa centrale. Eppure, ognuna di questa edizioni è stata tirata a meno di 300 esemplari.

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