Tim Keller: una vita al servizio del vangelo

di Filippo Falcone

“Il vangelo è questo: siamo più peccaminosi e corrotti in noi stessi di quanto avremmo mai osato credere, ma allo stesso tempo siamo più amati e accettati in Gesù Cristo di quanto avremmo mai osato sperare”.

(Tim Keller)

Celebre pastore, teologo e apologeta evangelico americano, Timothy J. Keller si è spento venerdì 19 maggio 2023 all’età di 72 anni dopo una grave malattia che ha segnato gli ultimi tre anni della sua vita. Il suo lascito è grande, anche per noi. Se John Milton ha ragione quando in Areopagitica sostiene che un libro è la quintessenza di un uomo, allora siamo in molti ad aver “frequentato” Tim Keller negli anni, leggendo e studiando i suoi testi, ascoltando suoi messaggi e imparando da lui a tirar fuori cose vecchie e nuove da un tesoro antico.

Nato ad Allentown (PA) e formatosi presso la Bucknell University (BA, 1972), il Gordon-Conwell Theological Seminary (M.Div., 1975) e il Westminster Theological Seminary, dove si addottorerà con Harvie M. Conn (D.Min., 1981) e dove per un tempo insegnerà, Keller, cresciuto in una chiesa luterana, si converte al cristianesimo nel corso dei suoi primi anni universitari per la strumentalità di InterVarsity Christian Fellowship, ministero in cui sarà coinvolto in seguito, prima della sua ordinazione a ministro della chiesa presbiteriana (PCA). Per nove anni pastore a Hopewell, Virginia, nel 1989 Keller si trasferisce a Manhattan, New York, dove fonda Redeemer Presbyterian Church.

Gli sviluppi della chiesa nel corso di tre decenni non passeranno inosservati. Caso più unico che raro, all’espansione numerica del gruppo, che nel giro di pochi anni passa da 50 a 5.000 unità, si accompagna un insegnamento a un tempo radicato nell’ortodossia protestante storica e dinamico, sofisticato e accessibile, unitamente a una poderosa opera di disseminazione culturale e servizio reso agli ultimi. In Center Church Keller sostiene che il valore di un ministero non si misura in termini di successo quantitativo, né in termini di consacrazione dei pochi, ma in ordine a frutti che testimoniano una crescita olistica. La portata del ministero di Redeemer è inquadrabile unicamente all’interno di una cornice di duplice ascolto – della Parola e della cultura circostante – dove il vangelo diventa chiave ermeneutica del reale in ogni sua forma e fonte di irradiazione capace di pervadere e riscattare ogni ambito della vita personale e sociale. Il lavoro della chiesa è questo: comprendere in profondità il vangelo e nel contempo comprendere in profondità il proprio contesto culturale, al fine di declinare il vangelo in quel contesto e rinnovarlo.

In molti hanno cercato di scoprire il segreto di Redeemer e sono rimasti interdetti nel trovarsi di fronte a un contesto ecclesiale piuttosto tradizionale. In realtà, il segreto di Redeemer è tutto qui – se c’è qualcosa da scoprire, non sono nuovi metodi o forme, ma è il vangelo stesso – che Keller recupera nella sua espressione riformata storica – e come quel vangelo costituisca la risposta alla crisi dell’uomo post-moderno all’interno di un mondo fortemente secolarizzato e post-cristiano. Il vangelo per Keller “non è soltanto l’ABC del cristianesimo, ma è il cristianesimo dalla A alla Z” (Shaped by the Gospel: Doing Balanced, Gospel-Centered Ministry in Your City, Harper Collins, p. 42). La chiesa discende da questo centro vitale e vive di esso per abbracciare con esso la sfera spirituale, così come quella culturale e sociale. Il vangelo decostruisce miti e narrazioni dominanti, idoli personali e collettivi, per mostrare all’uomo la propria condizione e pronunciare su lui la parola di una grazia che resiste alla via dell’ego e traccia la via dell’amore – così nell’ambito familiare, così in quello della comunità cristiana e della comunità civile.

Keller è stato più di ogni altra cosa un grande comunicatore di questa grazia, capace di trasmettere il messaggio del vangelo nelle sue molteplici ramificazioni spirituali, morali, psicologiche, emotive e socioculturali, in forza di un’integrazione e una sintesi a tratti impareggiabili di varie e nobili istanze che, sul basso continuo di C. S. Lewis, partono da Lutero, Calvino e Bonhoeffer per arrivare fino a Harvey Conn, Stanley Hauerwas e Miroslav Volf, passando per Jonathan Edwards e Martyn Lloyd-Jones. A corredo del suo pensiero, Keller attinge per le sue numerose pubblicazioni e predicazioni dalla letteratura, dalla filosofia e dalla sociologia. Il risultato sono testi scritti e orali profondi e polifonici, articolati e paradigmatici.

Altro grande merito di Keller è stato quello di contestare i fondamentalismi e mettere la chiesa, il suo messaggio e il suo ministero al riparo dall’agone politico, non identificandola con questo o quell’orientamento, ma esponendo i numerosi costrutti identitari dell’uno e dell’altro estremo dello spettro ideologico – Destra cristiana e teologie ultra-progressiste – come destituiti di sostanza evangelica. Per Keller lo stesso termine “evangelico” risulta oggi svuotato del suo significato e connotato in senso fondamentalista. La via del vangelo è la via di un risveglio che nasce dalla rinuncia identitaria per abbracciare ciò che è assolutamente altro, ma che si incarna nel mondo, elegge le cose che non sono e le riscatta.

Keller è stato un intellettuale influente negli Stati Uniti e non solo. Sovente ospite dei principali network americani, ha pubblicato articoli sulle massime testate nazionali e frequentato le élite intellettuali e culturali newyorkesi, rivestendo quel ruolo immersivo che nei suoi scritti contempla per la chiesa nei grandi centri urbani di irradiazione della cultura. Proprio la città e i suoi hub culturali – le università, gli editori, i media ecc. – sono per Keller centri nevralgici di influenza globale. Nella misura in cui la chiesa vi si trova rappresentata, questi canali fungono da moltiplicatore e megafono del suo annuncio e della sua testimonianza contro-culturale. Altra fonte di grande influenza nel contesto urbano è il servizio reso ai più deboli, agli emarginati, agli ultimi, segno di una chiesa che vive veramente il vangelo e si fa interprete del ministero di riconciliazione. Da ultimo, la chiesa che cresce nei grandi centri urbani è una chiesa che raggiunge i sobborghi, la provincia e, in definitiva, altri paesi da cui in tanti provengono e a cui in tanti fanno ritorno. Sono numerose oggi le testimonianze riconducibili più o meno direttamente a Redeemer.

Oltre al coinvolgimento in tali e tanti contesti culturali e sociali laici, Keller ha coltivato nel tempo sodalizi profondi e fertili con il mondo evangelico; su tutti, quello con Donald A. Carson, insieme al quale ha fondato The Gospel Coalition, e John Piper. Ha inoltre dato vita a “City to City”, una rete per l’incoraggiamento della fondazione di chiese nel mondo.

Tim Keller ha visitato l’Italia il 28 maggio 2014, in occasione della presentazione del suo libro Ragioni per Dio al Senato. Lo stesso giorno ha incontrato pastori e operatori evangelici, parlato agli studenti dell’università La Sapienza di Roma e, la sera, predicato pubblicamente in una chiesa evangelica della capitale

Conosciuto in Italia principalmente per alcuni suoi libri, editi da Casa della Bibbia, tra cui Il Dio prodigo (2012), Ragioni per Dio (2014), Idoli e inganni (2016), e Il matrimonio (2017), Keller lascia in eredità alla chiesa evangelica italiana una visione che, superando i settarismi e i legalismi che ancora affliggono molte chiese e individui, fornisce strumenti di emancipazione da un certo retaggio pietista per essere nel mondo espressione dell’opera di riconciliazione compiuta da Dio alla croce.

Nel 2021, durante un’intervista, Keller ha parlato della sua esperienza con il cancro, in fase terminale, e di come gli abbia conferito una maggiore lucidità spirituale. “Penso che il modo migliore per gestire la morte imminente sia combattere il mio peccato e approfondire la comunione con Dio”.

Tim Keller rimarrà con noi ancora a lungo attraverso pubblicazioni vecchie e nuove, continuando a condurci là dove vengono demoliti gli idoli dell’io e la vita di Cristo si manifesta in noi per il mondo.


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